Abilitazione all’uso di armi da fuoco per la Polizia penitenziaria, l’OSAPP chiede una maggiore verifica per l’idoneità

carcere san vittoreLecce –  L’abilitazione ad usare le armi da fuoco per gli operatori di Polizia Penitenziaria, questo il tema centrale della richiesta che la segreteria provinciale dell’OSAPP di Lecce, in qualità di organizzazione maggiormente rappresentativa di categoria, ha inviato qualche giorno fa al dottor Carmelo Cantone, Provveditore regionale dell’Amministrazione Penitenziaria per la Puglia e la Basilicata.

Una richiesta che pone attenzione sulla possibilità che hanno gli agenti di Polizia Penitenziaria di difendersi e agire in caso di pericolo. Ciò che viene chiesto di preciso è se è possibile, per coloro che operano militarmente nelle carceri, utilizzare le armi che hanno a seguito, soprattutto in caso di eventuale conflitto a fuoco, anche se non esercitano tiro a fuoco da oltre dieci anni.

Secondo quanto risulta alla segreteria del sindacato, gli operatori di Polizia, in base alle normative vigenti, devono esercitarsi ai tiri a fuoco almeno due volte l’anno, i reparti Operativi con i N.I.T.P. almeno ogni tre mesi e reparti speciali come N.I.C e Gom ogni mese. Regole difficili da seguire poiché, come i rappresentanti dell’OSAPP fanno notare, ci sono poliziotti che non vengono mandati presso il poligono di tiro per l’esercitazione ai tiri a fuoco con l’arma di ordinanza da oltre dieci anni. Alla luce di questo, la richiesta inviata recentemente al dott. Cotardo risulta quasi provocatoria, quasi a sottolineare le falle del sistema lavorativo penitenziario alle quali, con una certa urgenza, si chiede di porre rimedio.

Domande che nascono per tutelare gli operatori della polizia penitenziaria e i loro diritti, diritti di cui ormai si parla spesso, in particolare in seguito a determinati casi di cronaca, come quello riguardante l’evasione  di un pericoloso detenuto di Trepuzzi, mentre era in ospedale per un esame diagnostico, durante la quale rimase ferito un agente carcerario che lo accompagnava. Episodi che fanno tuttora riflettere sulle condizioni di lavoro degli agenti penitenziari e sugli strumenti che hanno a disposizione per agire in simili situazioni. 

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