Ritornare per stupire: la parabola del L’Aquila

L'Aquila calcioRitornare ad assaporare un buon calcio dopo dieci anni dopo molteplici stagioni di prodotti succedanei di Eccellenza e serie D: è questa la storia recente dell’Aquila, squadra di calcio del capoluogo abruzzese che, a seguito alla promozione giunta nell’appendice dei playoff della scorsa stagione grazie alle vittorie nei derby contro Chieti e Teramo, ritorna nella terza serie nazionale proprio in questa stagione propizia in cui, a causa dell’imminente accorpamento, non ci sono retrocessioni.

 Tonfo e ritorno– La società del presidente Corrado Chiodi, imprenditore nel settore delle costruzioni, ha debuttato nel campionato 2013/2014 con un pareggio casalingo a reti bianche contro il Prato.

 La scalata dell’Aquila verso il ritorno al professionismo è stata lunga e tortuosa, partita con la mesta retrocessione dalla Serie C1 del campionato 2003-04, insuccesso che ha portato allo scioglimento del precedente sodalizio societario guidato da Michele Passarelli, gestito da Eliseo Iannini, e da tempo in fase di liquidazione. La stagione precedente (2002-03) vide il successo del raggiungimento della salvezza solo grazie ad un miracolo sportivo del tecnico Bruno Giordano e del suo gruppo di giocatori, che non ricevette più di dieci mensilità dalla società aquilana. Il periodo dell’Eccellenza abruzzese, dal 2005-06 al 2008-09, è certamente il più buio della storia del calcio all’Aquila, infatti, il pallone nel capoluogo abruzzese si salva solo grazie all’iniziativa del Montereale, un club della provincia aquilana che acquista il titolo sportivo e si tramuta nell’A.S.D Aquila Calcio Real, con colori rossoblù come la società d’origine. Il calcio sopravvive ma l’Aquila vive stagioni di puro purgatorio, con addirittura affacci sull’inferno della promozione regionale abruzzese. L’anno 2008-09 vede la prima svolta: la società conosce nuovi membri ma, nonostante un inizio fulminante, la squadra perde contatto dal primo posto ma, a seguito del terremoto che non permette la disputa delle due ultime giornate di un campionato che vedeva gli aquiliani appaiati a 64 punti con il Miglianico, la compagine viene promossa d’ufficio in Serie D. Il campionato successivo di D, giocato in una città dilaniata dal terremoto, vede ancora una partenza a razzo seguita da una seconda parte disastrosa: L’Aquila finisce quarta lontana dalla capolista Chieti ma viene promossa in Seconda Divisione per meriti sportivi. Il ritorno tra i Pro nella stagione 2010-11 viene preceduto dal cambiamento del nome in L’Aquila Calcio 1927. Gli abruzzesi poi centreranno il salto in Lega Pro 1 una stagione dopo, stagione in cui la società viene affidata al presidente in carica Chiodi.

 Una matricola per stupire– La squadra è guidata dall’allenatore marchigiano Giuseppe Pagliari, trainer che ha guidato, prima dell’Aquila, compagini come Monza, Perugia e Foligno.

L’organico a disposizione dell’allenatore di Tolentino è guidato da qualche colonna della risalita dalla Lega Pro 2 come il centrale Pomante, il bomber Infantino ed il mediano Corapi. La squadra poi è stata ridisegnata su quest’ossatura dal direttore sportivo Di Nicola con elementi di categoria e giocatori in fase di rilancio con passati celebri come Simone Dallamano, in Serie A con il Brescia di Mario Beretta, e l’ex Lecce Roberto Di Maio. In avanti il colpo più interessante è stato l’attaccante brasiliano, ex diretto avversario con la maglia del Chieti, Claudio De Sousa. Giuseppe Pagliari, nel suo debutto casalingo contro il Prato, ha schierato i suoi uomini con un 4-2-3-1. Davanti al portiere Testa hanno trovato posto i terzini Dallamano (sinistra) e Scrugli (destra) ed i centrali Pomante e Zaffagnini.  Fa parte del novero dei difensori dell’Aquila anche l’ex meteora del Lecce Gianmarco Ingrosso, 24enne di Gagliano del Capo con 3 presenze in giallorosso tra A e B. A centrocampo lo schermo era formato da Corapi e Del Pinto (era indisponibile il 31enne capitano Carcione). I tre trequartisti dietro ad Infantino erano De Sousa al centro, la vecchia conoscenza del Lecce Triarico a destra ed il diciannovenne Marco Frediani di proprietà della Roma. Le alternative davanti hanno il nome dell’enfant prodige della primavera del Parma Daniele Abbracciante e dell’ex Roma Primavera Ferrante.

 In cerca di esperimenti sulla strada per Lecce– Gli abruzzesi si sono allenati in settimana sotto i riflettori dello stadio “Patini” di Castel di Sangro prima della partenza prevista per la giornata odierna. Nella giornata di giovedì i rossoblù hanno sostenuto un’amichevole contro la locale formazione del Castello 2000 terminata per 12-0 in favore dell’Aquila. Sugli scudi la seconda punta De Sousa, autore di 4 reti ed Infantino, fermatosi a 3. Pagliari, in previsione dell’impegno di domenica sera al “Via del Mare” ha schierato i suoi uomini con un 4-3-3 che, quando la palla sarà in possesso di Miccoli e compagni chiamati a fare gioco, potrebbe tramutarsi in 4-5-1 con il rientro degli esterni Frediani e Triarico. Appare quindi difficile in Salento la convivenza tra i due cannonieri (De Sousa ed Infantino) della compagine abruzzese. Pagliari, nell’amichevole con il Castello 2000, ha schierato la seguente formazione: Testa; Scrugli (Gizzi), Pomante, Zaffagnini, Dallamano; Carcione, Corapi, Del Pinto; Frediani, De Sousa, Triarico. A margine della partita il centrocampista Del Pinto ha dichiarato ai microfoni del locale sito Rete8.it quanto segue: “Sappiamo della forza dell’avversario ma noi vogliamo i tre punti. Stiamo crescendo e sono sicuro che daremo il massimo per provare a portare a casa un buon risultato”.

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