“Avvelenarsi con intelligenza” è l’incipit con cui Stefania Anna Fontanarosa, endocrinologa in servizio presso il distretto sanitario ASL di Campi S.na, apre la sua intervista ospite del direttore Antonio Soleti nel settimanale appuntamento su Radio Portalecce, “Mi curo di te”.
“Ciascuno è padrone di decidere di sé ovvero per sé”, aggiunge la dott.ssa Fontanarosa che informa gli ascoltatori di una recente approvazione alla Camera di un disegno di legge che mira ad includere nei LEA (Livelli Essenziali di Assistenza) l’obesità, ritenuta una vera e propria patologia.
Nell’approfondimento scientifico-giornalistico si apprende che è già contemplata una categoria di esenzione per le cure e gli esami specialistici. Il conduttore pungola la professionista della salute con un’affermazione tout court secondo cui in Italia la gestione della suddetta patologia graverebbe sulle casse dello Stato italiano almeno 90 miliardi di euro l’anno. Le statistiche riportano dati che impressionano fortemente, considerato il fattore rischio di mortalità che nel Paese interessa 6 milioni di pazienti obesi all’incirca. Definita epidemia dall’OMS, può essere vinta grazie ad una condotta igienica alimentare non disgiunta necessariamente altresì dalla farmacoterapia i cui costi, ora come ora, risultano piuttosto onerosi.
La volontà del conduttore è di sgomberare il campo da equivoci ed è espressa nella domanda, a cui tutti hanno pensato: “Chi stabilisce chi è obeso?” A quanto pare l’indice di massa corporea o BMI non è la sola variabile che quantifica il danno nel paziente in sovrappeso o catalogabile con la dicitura “obeso”. Il parametro del range maggiore di 30 inquadra le complicanze in classi I, II, III nell’obesità clinica distinta da quella preclinica, seguendo una differenziazione di una patologia che “chiama” altre patologie e definita recidivante.
La notizia confortante è che si può prevenire ad ogni età, inoltre sono programmate campagne di sensibilizzazione volte a combattere lo stereotipo di chi non ha la colpa di soffrire di adipe in eccesso e miranti a porre fine al funzionamento invalidante clinicamente significativo nonché alla remissione totale dei sintomi.
La Fontanarosa spazia sulle interrelazioni fra demenza e obesità e tra quest’ultima e diabete, enucleando poi concetti come diabete tipo 3, nota 100 e valori della glicata che fanno corona alla tematica. Frattanto si sottolinea che in menopausa vi è un aumento dell’insulinoresistenza. Una postilla rende la conversazione un augurio per chi voglia intraprendere l’iter per contrastare l’obesità, pena la comorbilità ipertensiva, diabetica, tumorale e relativa all’Alzheimer fino a potenziali decessi, ammonendo a non usare il cibo come un antidepressivo. Per dimagrire bisogna essere felici e viceversa, facendo un azzardo mentale, incentivo e fattore altamente motivante a supporto della “causa”.