Il cane? Non si addestra, si educa. Nostra intervista al Commissario Straordinario dell’APNEC Puglia

Veglie (Le) – La presenza del cane all’interno della nostra società ne ha modificato anche costumi, usi, leggi ed ha inciso persino sull’economia: delle leggi sono state create per proteggerli e tutelarli, luoghi appositi sono stati costruiti per accoglierli ed altri per allevarli; e le aziende produttrici di alimenti e prodotti specifici per animali ormai sono presenti in tutti i paesi ed in tutte le forme.

Per iniziare, sfatiamo il mito del cane cattivo o, addirittura, della razza cattiva: come molti dicono, non esistono cani cattivi, ma solo cattivi padroni. Certo, ci sono razze più predisposte all’aggressività rispetto ad altre, ma nulla che un atteggiamento autoritario, da vero capo branco, ed un buon addestramento non possano risolvere.

Per offrire ai nostri lettori maggiori delucidazioni sulla materia, ci siamo rivolti a Mino Verrienti, oggi Commissario Straordinario dell’APNEC Puglia

Innanzitutto cos’è L’Apnec?

L’APNEC , ovvero, l’Associazione Professionale Nazionale Educatori Cinofili, costituitasi nel 2002 per volontà di un piccolo gruppo di Educatori Cinofili, è ora la realtà più significativa nel mondo dell’educazione cinofila. Presente capillarmente su tutto il territorio nazionale, rappresenta un migliaio di professionisti regolamentati secondo la recente legge n. 4 del 2013. 

Lo scorso anno, con Decreto del Ministero della Giustizia, è stata inserita nell’elenco  delle associazioni rappresentative a livello nazionale secondo quanto disposto dall’art. 26 D.Lg. 9.11.2007 n. 206.

L’APNEC rappresenta la forma  moderna di associazionismo professionale,  voluto dall’Unione Europea e già molto   diffuso nei paesi di cultura anglosassone,  mirante alla certificazione delle competenze professionali.

In quest’ottica, i professionisti sono organizzati in associazioni la cui finalità è di fornire, senza l’intervento dello Stato, un’organizzazione e un dispositivo che permetta di verificarne la competenza, di regolamentarne i livelli e di stabilire le norme di comportamento.

 Un professionista, per poter accedere alla professione, non deve necessariamente essere iscritto ad un’associazione, ma l’appartenenza ad una realtà associativa rappresenta un valore aggiunto che conferisce prestigio e rappresenta un riferimento significativo per la clientela.

La verifica della sua professionalità non sarà autoreferenziale, ma accertata e sostenuta dall’Associazione stessa. Per poter aderire all’APNEC il professionista, in possesso di titolo di studio di scuola media superiore e di attestati di cultura cinofila, dovrà sostenere un esame con prova scritta, orale e di pratica cinofila, e ogni anno, per mantenere l’iscrizione, dovrà dimostrare di aver seguito un percorso di formazione continua attraverso l’acquisizione di un certo numero di crediti formativi.

Come si diventa educatori Cinofili APNEC e qual è il programma di studi?

Il programma a cui fanno riferimento le scuole di formazione accreditate all’APNEC  è abbastanza complesso e articolato. Ogni Centro di Formazione accreditato  si deve attenere ad un programma ben definito,  il monte ore didattico dovrà avere una durata  non inferiore a 240 ore, delle quali almeno il 40% di pratica, e ogni allievo avrà l’obbligo di frequentare almeno il 75% del monte ore previsto. I corsi dovranno prevedere una presenza massima di n. 20  allievi.

Ecco un esempio di Programma Base di un Corso:

Il cane e la sua evoluzione; Anatomia, neurofisiologia e nozioni di primo soccorso; L’alimentazione (benessere psico/fisico del cane); Il linguaggio del cane e come osservarlo; Rapporto uomo/cane (il branco misto); Tecniche d’addestramento; Deontologia professionale; Aspetti normativi e fiscali della professione.

In Puglia esistono scuole di formazione cinofila accreditate APNEC?

In Puglia esiste un Centro di Formazione Cinofila che eroga corsi per diventare educatore cinofilo. Comunque per maggiori informazione si può visitare il sito internet www.apnec.it

Un’ultima domanda che mi ha incuriosito molto: perché ha il titolo di Commissario straordinario e non di Presidente e qual è il suo ruolo e quello degli altri presidenti o commissari straordinari?

A giugno del 2012 ho avuto l’onore di essere eletto in seno alla Direzione Nazionale dell’APNEC con delega al Sud Italia. A dicembre 2012 il Presidente dell’APNEC Puglia ha rassegnato le dimissioni e il Presidente nazionale, dott. Aldo Violet, nonché gli altri componenti della Direzione mi hanno “spedito” a gestire questa Regione per il tempo necessario ad organizzare nuove elezioni che avverranno a fine maggio.

Il Compito di un Presidente regionale sono quelli di promuovere sul territorio l’APNEC e quindi i suoi iscritti, dialogare con le Istituzioni per diffondere al meglio il ruolo dell’educatore cinofilo, nonché quello burocratico di accreditare o meno  eventi proposti dai soci.

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Il cane? Non si addestra, si educa. Nostra intervista al Commissario Straordinario dell’APNEC Puglia

Veglie (Le) – La presenza del cane all’interno della nostra società ne ha modificato anche costumi, usi, leggi ed ha inciso persino sull’economia: delle leggi sono state create per proteggerli e tutelarli, luoghi appositi sono stati costruiti per accoglierli ed altri per allevarli; e le aziende produttrici di alimenti e prodotti specifici per animali ormai sono presenti in tutti i paesi ed in tutte le forme.

Per iniziare, sfatiamo il mito del cane cattivo o, addirittura, della razza cattiva: come molti dicono, non esistono cani cattivi, ma solo cattivi padroni. Certo, ci sono razze più predisposte all’aggressività rispetto ad altre, ma nulla che un atteggiamento autoritario, da vero capo branco, ed un buon addestramento non possano risolvere.

Per offrire ai nostri lettori maggiori delucidazioni sulla materia, ci siamo rivolti a Mino Verrienti, oggi Commissario Straordinario dell’APNEC Puglia

Innanzitutto cos’è L’Apnec?

L’APNEC , ovvero, l’Associazione Professionale Nazionale Educatori Cinofili, costituitasi nel 2002 per volontà di un piccolo gruppo di Educatori Cinofili, è ora la realtà più significativa nel mondo dell’educazione cinofila. Presente capillarmente su tutto il territorio nazionale, rappresenta un migliaio di professionisti regolamentati secondo la recente legge n. 4 del 2013. 

Lo scorso anno, con Decreto del Ministero della Giustizia, è stata inserita nell’elenco  delle associazioni rappresentative a livello nazionale secondo quanto disposto dall’art. 26 D.Lg. 9.11.2007 n. 206.

L’APNEC rappresenta la forma  moderna di associazionismo professionale,  voluto dall’Unione Europea e già molto   diffuso nei paesi di cultura anglosassone,  mirante alla certificazione delle competenze professionali.

In quest’ottica, i professionisti sono organizzati in associazioni la cui finalità è di fornire, senza l’intervento dello Stato, un’organizzazione e un dispositivo che permetta di verificarne la competenza, di regolamentarne i livelli e di stabilire le norme di comportamento.

 Un professionista, per poter accedere alla professione, non deve necessariamente essere iscritto ad un’associazione, ma l’appartenenza ad una realtà associativa rappresenta un valore aggiunto che conferisce prestigio e rappresenta un riferimento significativo per la clientela.

La verifica della sua professionalità non sarà autoreferenziale, ma accertata e sostenuta dall’Associazione stessa. Per poter aderire all’APNEC il professionista, in possesso di titolo di studio di scuola media superiore e di attestati di cultura cinofila, dovrà sostenere un esame con prova scritta, orale e di pratica cinofila, e ogni anno, per mantenere l’iscrizione, dovrà dimostrare di aver seguito un percorso di formazione continua attraverso l’acquisizione di un certo numero di crediti formativi.

Come si diventa educatori Cinofili APNEC e qual è il programma di studi?

Il programma a cui fanno riferimento le scuole di formazione accreditate all’APNEC  è abbastanza complesso e articolato. Ogni Centro di Formazione accreditato  si deve attenere ad un programma ben definito,  il monte ore didattico dovrà avere una durata  non inferiore a 240 ore, delle quali almeno il 40% di pratica, e ogni allievo avrà l’obbligo di frequentare almeno il 75% del monte ore previsto. I corsi dovranno prevedere una presenza massima di n. 20  allievi.

Ecco un esempio di Programma Base di un Corso:

Il cane e la sua evoluzione; Anatomia, neurofisiologia e nozioni di primo soccorso; L’alimentazione (benessere psico/fisico del cane); Il linguaggio del cane e come osservarlo; Rapporto uomo/cane (il branco misto); Tecniche d’addestramento; Deontologia professionale; Aspetti normativi e fiscali della professione.

In Puglia esistono scuole di formazione cinofila accreditate APNEC?

In Puglia esiste un Centro di Formazione Cinofila che eroga corsi per diventare educatore cinofilo. Comunque per maggiori informazione si può visitare il sito internet www.apnec.it

Un’ultima domanda che mi ha incuriosito molto: perché ha il titolo di Commissario straordinario e non di Presidente e qual è il suo ruolo e quello degli altri presidenti o commissari straordinari?

A giugno del 2012 ho avuto l’onore di essere eletto in seno alla Direzione Nazionale dell’APNEC con delega al Sud Italia. A dicembre 2012 il Presidente dell’APNEC Puglia ha rassegnato le dimissioni e il Presidente nazionale, dott. Aldo Violet, nonché gli altri componenti della Direzione mi hanno “spedito” a gestire questa Regione per il tempo necessario ad organizzare nuove elezioni che avverranno a fine maggio.

Il Compito di un Presidente regionale sono quelli di promuovere sul territorio l’APNEC e quindi i suoi iscritti, dialogare con le Istituzioni per diffondere al meglio il ruolo dell’educatore cinofilo, nonché quello burocratico di accreditare o meno  eventi proposti dai soci.

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