Grande successo per la Festa dell’emigrante a Francavilla Fontana. ‘L’amici franchiddisi’ si ritrovano nella loro città natale

Festa emigranteFrancavilla Fontana (Br) – Fino a qualche decennio fa, era facile imbattersi, nelle stazioni meridionali, in viaggiatori accompagnati da valigie fatte di cartone, piene non solo di pochi oggetti indispensabili per vivere dignitosamente, ma colme anche di sogni e speranze. Scatoloni riadattati nell’uso per intraprendere un viaggio verso terre lontane, divenuti con il tempo il simbolo di coloro che dal sud dell’Italia partivano verso il settentrione o paesi stranieri, come la Svizzera e la Germania, alla ricerca di un futuro migliore. Luoghi lontani, con usanze e ritmi quotidiani diversi, dove la nostalgia di casa si faceva sentire ogni giorno.

Oggi le valigie non sono più di cartone, ma le speranze, i sogni e i sentimenti nostalgici rimangono gli stessi.  E così capita che gli emigranti, soli in città che sembrano fredde ed estranee, si riuniscano tra di loro, cercando di condividere l’esperienza di chi ha dovuto abbandonare i propri affetti per lavoro, studio o altri motivi che li hanno portati distanti dalle proprio famiglie.  E capita anche che gli emigranti provenienti dallo stesso paese natale si ritrovino su Facebook, dando vita a un gruppo che diventa  un luogo virtuale dove poter comunicare, confrontarsi e magari, perché no, anche sostenersi nei momenti più difficili. È il caso del gruppo ‘L’amici franchiddisi’, nato dall’unione di persone originarie di Francavilla Fontana, ma residenti ormai da anni al di fuori dei confini pugliesi. Un gruppo ormai ben consolidato, che da qualche anno ha deciso di ritrovarsi durante il periodo estivo nella propria città natale per dare vita alla ‘Festa dell’emigrante’.

L’evento si è tenuto nel bellissimo atrio del Castello Imperiali lo scorso 21 agosto 2016. L’iniziativa, che ha visto la conduzione di Giovanna Ciracì, redattrice di Paisemiu.com, è stata realizzata con il sostegno dell’amministrazione comunale francavillese rappresentata per l’occasione dal sindaco Maurizio Bruno, il quale ha aperto la serata con i propri saluti, dall’assessore alle Pari Opportunità Anna Ferreri e dall’assessore alla Cultura e Pubblica Istruzione Enzo Garganese. Ad intervenire durante la manifestazione anche il presidente del gruppo ‘L’amici franchiddisi’ Cosimo Penta e Fernando Pantaleo, egli stesso in passato emigrante e vicepresidente del Comitato Festa Patronale Maria Ss. della Fontana, ricorrenza ormai imminente e in programma nella Città degli Imperiali nei giorni tra il 13 e il 15 settembre prossimi.

Una serata che ha raccontato la vita da emigrante attraverso la musica del duo Barbers, composto da Mario e Francesco Faggiano, il quale, attraverso le note di famose danze popolari eseguite magistralmente per chitarra e mandolino, ha dato vita a piacevoli e coinvolgenti momenti musicali, così come coinvolgenti e piacevoli sono stati gli spazi letterari che hanno caratterizzato l’evento. Alessia e Pompea Penta e Giuseppe Cafueri hanno, infatti, declamato brani poetici scritti da autori francavillesi, alcuni dei quali trasferitisi in Lombardia, versi profondi che raccontano emozioni, sentimenti e difficoltà di chi emigra e di chi, rimanendo, non aspetta altro che il ritorno del proprio caro.  Diverse testimonianze che parlano del coraggio di partire, di  solitudine e di nostalgia di casa sono state raccolte nel libro ‘Batte il cuore. Voci di migranti’ scritto da Sandro Rodia, eccellente narratore della storia e della cultura locale, presente all’evento e grande sostenitore del gruppo ‘L’amici franchiddisi’. Giuseppe Cafueri ha inoltre prestato la voce all’ormai famoso e amato Calabbò, personaggio frutto dell’ingegno e della penna di Enzo Garganese, che con la sua spontaneità e genuinità racconta vizi e virtù della società attuale, senza tralasciare le difficoltà che incontra nell’educare il nipote Narduccio, lasciatogli in custodia dal figlio emigrato in Germania, e scatenando una forte ilarità.

La serata è terminata con la consegna agli emigranti presenti di una pergamena, riconoscimento per il legame profondo con la propria terra d’origine e allo stesso tempo ricordo di un’iniziativa davvero ben riuscita. 

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