Dilemma scuola, tra richieste e incertezze

In un clima di incertezza generale, tra dubbi e timori, quasi una settimana fa la maggioranza degli studenti è tornata tra i banchi di scuola. Del resto, la scelta del nostro Governo è stata fin dal principio a favore della didattica in presenza, nonostante il peggioramento della situazione Covid in Italia.
È stato detto che è necessario evitare il più possibile la DAD e si è fatto di tutto per far sì che tutti gli istituti rimanessero aperti, poiché la scuola è una priorità, eppure non è stato fatto nulla per dimostrarlo. Non solo il personale scolastico è stato abbandonato a se stesso, non ricevendo delucidazioni in merito a disposizioni ministeriali incomprensibili ma soprattutto, ancora una volta, nessuno si è impegnato per ottenere un miglioramento dell’istituzione scolastica al fine di permettere a tutti gli istituti di fronteggiare una situazione di emergenza come quella corrente. I punti critici sono tanti. In primo luogo, le regole ministeriali risultano difficili da applicare.
Gli studenti positivi presenti nelle varie classi hanno il diritto e il dovere di seguire le lezioni in DAD, ma com’è possibile avviare una video lezione se gran parte delle aule di molti istituti sono carenti di device tecnologici e rete Wifi? Allo stesso modo, le disposizioni reputano fondamentale garantire un buon ricambio d’aria nelle aule, ma questo risulta impossibile in molti istituti a causa di porte o finestre rotte. Non solo, tante scuole italiane sono state costrette ad adibire ad aule spazi come la palestra, la biblioteca o addirittura spazi più angusti, che non presentano le caratteristiche adatte a collocare i banchi nel rispetto della distanza di sicurezza e ad assicurare una corretta areazione. Quindi, c’è chi si trova a fare lezione in palestra, al freddo, obbligato a tenere le finestre spalancate e chi, invece, fa lezione in una piccolissima aula docenti, dove garantire il ricambio d’aria è pressoché impossibile, ma si sa, i problemi relativi all’edilizia accompagnano la scuola italiana fin dall’alba dei tempi e nessuno ha mai agito concretamente: tante parole, pochi fatti.

Inoltre, alle medie e superiori, in presenza di un caso di positività nella classe, la didattica prosegue in presenza, con l’obbligo di indossare mascherine FFP2 almeno per 10 giorni. Dai due positivi in poi le misure si differenziano in funzione dello stato vaccinale. Gli studenti che hanno concluso il ciclo vaccinale primario, che siano guariti da meno di 120 giorni o che abbiano ricevuto la dose di richiamo, potranno proseguire in presenza con l’obbligo di indossare FFP2 per almeno 10 giorni. É quindi indispensabile indossare in ogni caso le mascherine FFP2, che i vari istituti avrebbero dovuto fornire fin dal rientro a scuola, ma così non è stato. Di conseguenza, ciascun alunno è obbligato a procurarsi ogni giorno una mascherina FFP2, il cui costo non è irrisorio.

Stendiamo poi un velo pietoso sui trasporti! Decine e decine di studenti pendolari sono costretti a sfruttare mezzi di trasporto pubblici inadeguati, dove risulta impossibile rispettare ogni norma anti-Covid.

Dunque, quello del 10 Gennaio non è stato un rientro all’insegna della sicurezza. Inoltre, il costante aumento dei contagi preoccupa sempre di più e ciò, unito alle varie criticità del sistema ha portato i rappresentanti degli istituti superiori leccesi a prendere una decisione drastica a nome di tutti gli studenti: sciopero a oltranza per sollecitare le autorità a concedere l’opzione della didattica a distanza fino a quando la situazione epidemiologica non migliorerà.

Tuttavia, anche noi studenti dovremmo riflettere. Premesso che i problemi per i quali è stato indetto lo sciopero sussistono e dovrebbero essere risolti, possiamo davvero dirci preoccupati di continuare a frequentare le lezioni in presenza a causa dell’aumento di contagi? O meglio, dovremmo richiedere la possibilità di farci scegliere la DAD per sentirci più sicuri, continuando però a frequentare palestre, centri ricreativi, locali, pub, pizzerie, stadi, continuando a incontrare i nostri amici o parenti, assembrandoci, senza indossare la mascherina e senza rispettare il distanziamento sociale? Perché la paura subentra solo a scuola? Non si può dare torto al premier Draghi che in conferenza stampa ha affermato che non avrebbe alcun senso chiudere le scuole, continuando a dare la possibilità ai giovani di riunirsi il pomeriggio o la sera. Bisognerebbe allora imporre un nuovo lockdown, ma ciò non è chiaramente possibile, poiché significherebbe essere tornati allo stesso punto dell’anno scorso, nonostante l’avanzamento della campagna vaccinale.

La verità, almeno per me, è che ogni situazione ha i suoi aspetti negativi, che devono necessariamente essere risolti- soprattutto quelli che riguardano la scuola- e le lamentele si fanno sentire in ogni caso. L’anno scorso, molti studenti in dad chiedevano a gran voce il rientro in classe e la riapertura delle attività per avere la possibilità di socializzare e di vivere, ora si richiede la dad facoltativa, decidendo però di non esimersi dalla vita sociale fuori dalla scuola. Predichiamo la necessità di imparare a convivere con il virus, ma non siamo disposti a farlo in ogni circostanza. Quindi, cos’è che vogliamo per davvero?

Add a comment

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Utilizziamo cookie tecnici per garantire il corretto funzionamento del sito e migliorare la tua esperienza di navigazione. Non utilizziamo cookie per la profilazione o per raccogliere dati personali. Proseguendo nella navigazione, accetti l'uso di questi cookie. View more
Cookies settings
Accetta
Privacy & Cookie policy
Privacy & Cookies policy
Cookie name Active

Privacy Policy

1. Introduzione

Benvenuto nel nostro sito web. La tua privacy è importante per noi. Questa Privacy Policy descrive come gestiamo i dati e le informazioni durante la tua navigazione sul nostro sito.

2. Dati Personali

Non raccogliamo né trattiamo dati personali degli utenti. Non utilizziamo form di contatto, registrazioni, newsletter o altre funzionalità che richiedono la fornitura di dati personali.

3. Cookie e Cache

Utilizziamo strumenti di cache per ottimizzare le prestazioni del sito. Questi strumenti possono salvare temporaneamente alcuni dati di navigazione sul tuo dispositivo, come le pagine visitate o i contenuti caricati, ma non contengono informazioni personali identificabili.

Cookie Tecnici

  • Utilizziamo cookie tecnici per migliorare la tua esperienza di navigazione. Questi cookie non richiedono il tuo consenso, poiché sono essenziali per il funzionamento del sito.

Disabilitazione dei Cookie

Puoi configurare il tuo browser per rifiutare o eliminare i cookie. Tuttavia, alcune funzionalità del sito potrebbero non funzionare correttamente.

4. Dati di Navigazione

Quando visiti il nostro sito, alcuni dati tecnici possono essere raccolti automaticamente dai server, come:
  • Indirizzo IP
  • Tipo di browser
  • Data e ora della visita
  • Pagine visitate
Questi dati sono raccolti esclusivamente per finalità di sicurezza, monitoraggio delle prestazioni del sito e prevenzione di abusi. Non vengono utilizzati per identificare l’utente.

5. Collegamenti a Siti Esterni

Il nostro sito potrebbe contenere collegamenti a siti web di terze parti. Non siamo responsabili per le pratiche di privacy o il contenuto di tali siti. Ti consigliamo di leggere le loro politiche sulla privacy.

6. Sicurezza

Adottiamo misure tecniche per garantire la sicurezza delle informazioni raccolte automaticamente, limitando al minimo i rischi di accesso non autorizzato, perdita o alterazione.

7. Modifiche alla Privacy Policy

Ci riserviamo il diritto di aggiornare questa Privacy Policy in qualsiasi momento. Ti invitiamo a controllare periodicamente questa pagina per eventuali modifiche.

8. Contatti

Per ulteriori informazioni, puoi contattarci all’indirizzo email: [info@paisemiu.it].
Save settings
Cookies settings