Più radiologi interventisti, più empatia uguale più vita: a Mi curo di te Raffaele Prudenzano e Pierluigi Giordano

Un graditissimo ritorno, dopo il 2022, quello del Dr. Raffaele Prudenzano e, per la prima volta, il Dr. Pierluigi Giordano, radiologi interventisti presso l’Ospedale “V. Fazzi” di Lecce, ospiti di Antonio Soleti nella sua trasmissione settimanale Mi Curo di Te, in onda su Radio Portalecce e Radio One. La mission con cui si apre e chiude la conversazione è l’augurio che si continui a diffondere l’urgenza relativa all’esistenza di questa branca specialistica, esercitata negli ultimi 20 anni anche se il suo esordio come disciplina d’elezione risale a 40 anni fa circa.

Prudenzano, direttore dell’UOSD insieme al suo “braccio destro”, Pierluigi Giordano sono medici “chiamati” a soccorrere pazienti nel Salento, a Brindisi e non soltanto, in un campo specialistico incentrato sulla diagnostica per immagini, tanto per cominciare. La specificità della loro “funzione” è quella di utilizzare tecniche radiologiche (come TAC, risonanza magnetica, ecografia) per eseguire procedure diagnostiche e terapeutiche in modo mininvasivo, spesso in anestesia locale. Queste procedure, guidate dalle immagini, consentono di trattare patologie vascolari ed extra-vascolari, spesso in sostituzione o in affiancamento alla chirurgia tradizionale. I maggiori esperti interventisti si affrettano frattanto a focalizzare il loro compito che non è tale da sostituire i colleghi chirurghi ma la loro dichiarazione d’intenti mette in luce l’essenzialità del team disciplinare.

“Riportiamo il paziente nelle migliori condizioni possibili grazie a  strumenti di navigazione avanzati in sinergia con la chirurgia d’urgenza, vascolare, ortopedica, urologica, tanto per citare qualche esempio”. L’aspetto decisivo dell’ineluttabilità comprovata della loro nobilissima attività nel senso pieno del termine è data dal collegamento diretto, ottenuto, grazie all’acquisizione delle password che permettono di vedere le immagini da remoto e raggiungere gli strumentisti, quindi facendo appello alla componente velocità che ha un valore proattivo. Tanto provvidenziale tanto scansata per così dire, la specialità interventista ritenuta una sub-specialità  nella scelta post- laurea in medicina. Questa disciplina, a guisa di Cenerentola per motivazioni diverse, come già accade per altre specializzazioni della scienza medica, senza tralasciare la medicina generale, è da attribuirsi all’esigua remunerazione che non contempla gli sforzi, la responsabilità, i tempi, l’abnegazione e lo stato in cui il medico si ritrova ad operare quotidianamente.

Sono state enucleate le differenze tra radiologo generico nel ruolo unico di osservatore, dal radiologo d’urgenza che studia le immagini, e ancora l’interventista che osserva, referta e agisce, tale è la versione nuova del ramo illustrato. Tutti i professionisti della salute, nessuno escluso secondo la disamina degli invitati alla poltrona, si dicono concordi con la filosofia rogersiana circa il posto che il paziente deve avere nella cura di se stesso e cioè al centro delle attenzioni dei clinici. Da rilevare quanto alla disciplina di cui si parla la mini invasività dell’intervento data dall’anestesia locale, un approccio dolce con chi deve affrontare un male improvviso o di grande portata. E altrettanto doveroso informare che in Italia non vi è addestramento in tale iter scientifico-formativo rispetto agli Stati europei, permanendo tuttavia una notevole penuria di tali specialisti diffusamente e in particolare in Puglia.

Ad ogni buon conto spicca sul territorio del capoluogo salentino la presenza del mago dell’addome così definito il dott. Prudenzano e a fargli compagnia il dott. Giordano ritenuto anch’egli mago del torace nell’ambiente sanitario. Il vice primario fa presente che il collega Giordano è noto essenzialmente per aver brevettato un sistema particolarissimo per intervenire nei casi di tumore polmonare, stante lo sviluppo di una metodica ecografica che mira alla sicurezza della procedura. Le domande del conduttore sono tante non marginale quella sui benefici nell’oncologia e poi sull’applicazione dell’intelligenza artificiale nel campo medico indagato. Giordano risponde che quest’ultima semplicemente si configura alla stregua di un sostegno tecnico non escludente il radiologo interventista che occupa un ruolo di primo piano, assodato, di salvataggio esistenziale.

Dunque, che dire? La parola d’ordine è l’invito ad investire da parte di chi di competenza sovvenendo alle necessità dell’utenza per una professione che si attesta alla pole position, conclude Soleti.

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