Un argomento molto controverso e trattato a tutto tondo relativo alla materia oncologica è proposto nella trasmissione settimanale Mi Curo Di Te in diretta sulle frequenze di Radio Portalecce, sulla pagina facebook e sulle su Radio One dalla Dott.ssa Silvana Leo, Dirigente dell’UOC del “V. Fazzi” di Lecce.
Antonio Soleti, conduttore del contenitore scientifico-culturale ha sollecitato la sua ospite ad illustrare tutti gli aspetti del fare tecnico del medico, per così dire, per rendere in completezza il quadro del malato oncologico con ogni variabile che va dal lato scientifico a quello di pertinenza sociale. Iniziando a fare domande come quella di rigore è cioè quando occorre rivolgersi a questa categoria clinica, ad essa la specialista fornisce nel particolare tutti gli elementi che sottendono alla preoccupazione primaria del paziente. In realtà avviene che si chiede un consulto medico alla luce di sintomi particolari non attribuibili a qualcosa di banale, a tosse stizzosa, dimagrimento, sospetto generico. Il solo esame del sangue non basta, occorre ripeterlo ogni 15 giorni per appurare se nel follow up sono aumentati o spariti i marcatori ascrivibili al tumore. Ciascun valore, perdita di sangue, sangue occulto nelle feci, dolore, sono dei focolai che devono condurre ad indagare sullo stato di salute dell’interessato. Silvana Leo si è soffermata sulla specificità dei tumori, alla mammella, ai polmoni, all’apparato gastroenterico e a tal proposito ha citato la cosiddetta legge dell’oblio, aggiungendo che il 27% dei pazienti affetti da tumore guarisce anche in chirurgia con risultati attribuibili altresì all’efficienza degli ambulatori di patologia dalla stessa Leo ideati.
Ovviamente screening e diagnosi precoce dietro accurata anamnesi pure remota sono la corsia preferenziale per tenere sotto controllo parametri fisiologici nei casi di possibili malattie da avversare. Una chiave di svolta è data dall’immunoterapia praticata sotto cute e in via di sperimentazione nella variante orale. Tra le cause del rischio neoplastico risultano la cattiva alimentazione, l’alcol e il fumo che rendono i giovani più esposti, tuttavia sono da annoverare anche anziani e adulti e nel complesso si conta una media di 140/150 al giorno afferenti in reparto.
Condirettrice di una rivista scientifica la Leo si occupa di vari temi dall’umanizzazione della cura al rapporto medico/paziente e ancora al confronto con colleghi in un percorso tridimensionale. La dottoressa fa riferimento a tal guisa al CIPOMO (Collegio Italiano Primari Oncologi Medici Ospedalieri) di cui è stata eletta consigliera nazionale, mettendo a fuoco l’aspetto inclusivo della disciplina centrata sulla persona. Spesso in realtà si devono fare i conti con l’ambiente lavorativo del sofferente in cui non sono previsti sconti nell’orario di attività, né condizioni che possano in qualche modo alleggerire il fardello del portatore della patologia tumorale.
C’è da segnalare un’ottima assistenza, ciononostante, da parte dei professionisti della salute nella regione Puglia che può contenere il fenomeno rischio vita non disgiungendolo dall’effetto placebo