Lecce-Perugia: le pagelle. D’Ambrosio in difficoltà, buon Barraco

fotoracconto di Lecce PerugiaLecce – L’urlo dei 300 supporters perugini dopo i quattro minuti di recupero suona come una perentoria sentenza per le ambizioni di promozione diretta del Lecce. La partita a scacchi tra Perugia e Lecce l’ha persa il Lecce, capace di subire due gol (2-3 e 2-4) a seguito di due calci d’angolo a favore ben sfruttati dalle ripartenze del Grifo coordinate dalle formidabili accelerazioni di Fabinho, confermatosi ancora una volta come il miglior calciatore del campionato. Franco Lerda nel post partita inquadra perfettamente l’andazzo della partita odierna: “Siamo stati gli unici a costruire nel match, sia nel bene sia nel male”. I voti dei calciatori giallorossi rispecchiano il pensiero del tecnico di Fossano, infatti, il Lecce non demerita, gioca a calcio e costruisce tante buone azioni. La tanta volontà del Lecce, seppur tranciata dagli episodi del rosso a D’Ambrosio e del rigore non concesso per fallo di Massoni su Bogliacino nel primo quarto d’ora, avrebbe potuto anche portare al clamoroso 4-4 in inferiorità numerica, sfiorato solamente da Amodìo e Beretta.

Perucchini 6: La partita è un thriller fin dai primi minuti e, dopo aver incassato lo 0-1 di Eusepi dal dischetto, riesce a sfoderare una grande uscita su Fabinho lanciato a rete. Il buon intervento sul calciatore brasiliano viene però bilanciata dall’incertezza sul 2-3 di Scognamiglio, pallone dove il pacchetto arretrato leccese avrebbe potuto fare di più.

D’Ambrosio 4: Il calcio è fatto di episodi, lo si sa, ma il firmatario di tutti gli episodi negativi del Lecce oggi è stato proprio lui. Soffre maledettamente le progressioni di Fabinho, dotato di un passo ben diverso dal suo, fin dall’alba del match concedendo il rigore dello 0-1 e sbaglia tanti passaggi; nella ripresa poi il tracollo definitivo: manca di poco l’appuntamento con il gol a un metro dalla porta e colleziona il secondo giallo per un evitabilissimo scontro con Comotto nella trequarti perugina.

Diniz 6: Rivedibile nell’azione che porta all’eurogol di Moscati, ma sempre attento nella lettura degli interventi arretrati su Eusepi e compagni. Quando Fabinho finisce nella zona di sua competenza non ha vita facile e non riesce mai a passare, trovandosi costretto all’allargamento. Il brasiliano, come ribadito da Lerda, non poteva essere sacrificato sulla fascia destra per il solo contenimento dell’ex Venezia a causa del suo sempre più positivo apporto al centro della difesa.

Abruzzese 5,5: Ci mette sempre tanta esperienza e concentrazione, ma viene travolto dall’inizio pazzesco del Grifo, con i calciatori perugini che sbucano da ogni parte anche per il poco filtro garantito dal centrocampo. Sul gol del 2-3 di Scognamiglio è impossibilitato ad intervenire a causa di un blocco e nel finale tiene troppo tra i piedi una serie di palloni che andrebbero subito scodellati al centro dell’attacco.

Lopez 6: Arriva facilmente al traversone ma spesso i cross non sono calibrati bene, diventando mercé degli interventi di Massoni e Scognamiglio. L’uruguagio contiene bene Mazzeo, tenendolo ben lontano dalla zona calda del campo, porta un sacco di quantità e sostanza all’azione: le chiavi tattiche della sconfitta del Lecce non sono di certo dalle sue parti. Il suo immenso dispiacere dopo il fischio finale di Cifelli evidenzia quanto il ragazzo ci tenga alla causa giallorossa.

Amodìo 6,5: Tanto cuore affiancato a un esponenziale sacrificio nella gestione del lavoro sporco. L’uruguagio corre e cerca di spezzare i fili della manovra perugina, seppur il centrocampo di Camplone sia dotato di elementi più veloci. Il buon apporto dell’ex Napoli però non basta a  Non cala nella ripresa e sfiora il secondo gol in stagione a seguito di un’incertezza di Koprivec dopo aver mancato in precedenza l’appuntamento col pallone a centro area.

Salvi 5: Lotta tanto anche sullo 0-2 ma la sua corsa è spesso scriteriata a causa del cinismo e dell’abilità palla al piede dei palleggiatori Nicco e Moscati e del rubapalloni Filipe. Franco Lerda lo sacrifica dopo 45’ per arretrare Bogliacino sulla mediana alla ricerca di soluzioni offensive che il centrocampista romano, più attento all’interdizione, non avrebbe potuto assicurare.

(46’ Beretta 6,5: Il suo apporto al big-match odierno è devastante: dopo due minuti dall’inizio della ripresa disegna un gol dal nulla e spalle alla porta che è poesia del gioco del calcio. Il suo lavoro da punta atipica e veloce fa soffrire un po’ la difesa umbra, ma l’espulsione di D’Ambrosio gli aumenta i compiti di sacrificio, con buona pace dell’oggi incerto Koprivec.)

Ferreira Pinto 5,5: L’ex esterno dell’Atalanta è un elemento utilissimo tatticamente e vitale in fase di appoggio, ma il leitmotiv tattico della partita di oggi lo mette subito ai margini a causa del baricentro basso degli uomini di Camplone, attenti in copertura e rapaci in fase di ripartenza. Pareggia lo scontro tra senatori con l’ex capitano del Torino Gianluca Comotto.

(46’ Barraco 6,5: Un motorino inesauribile su entrambe le fasce offensive. Dai suoi piedi piove un’esponenziale quantità di spunti interessanti, riuscendo ad incidere sia a destra che a sinistra, anche con il Lecce in inferiorità numerica. L’ex Latina è un elemento completo, capace sempre di aprire le maglie delle difese avversarie, ha le potenzialità per assicurare un grande contributo.

Bogliacino 5,5: Non riesce ancora ad incidere. La propensione difensiva del Perugia e la marcatura attenta di Filipe gli lasciano pochi spazi per le azioni personali e per la ricerca dell’ultimo passaggio decisivo all’altezza della trequarti, ragion per cui Lerda preferisce far imbastire ai suoi ragazzi manovre sulle fasce. Nella ripresa arretra il suo raggio d’azione nella propria trequarti ed orchestra positivamente le azioni giallorosse. Macchia la sua partita, tutto sommato sufficiente, con la leggerezza che avvia l’azione del 2-4 di Sprocati.

Doumbia 6: Camplone ha paura delle sue fiammate e schiera Vitofrancesco al posto di Conti per contenerlo maggiormente: la scelta del tecnico pescarese modera l’apporto dell’esterno francese, controllato a vista dall’ex Grosseto. Ha un conto aperto con i legni: la sua conclusione che si stampa sul montante entra nel novero degli episodi che hanno condizionato la partita a scapito del Lecce.

Miccoli 5,5: I suoi compagni lo cercano con cross dalla trequarti e palle alte, non propriamente la modalità migliore per mettere un moto un elemento come Fabrizio Miccoli, dedito comunque a tanto sacrificio nella lotta impari contro Massoni e Scognamiglio. Segna il pesantissimo rigore del temporaneo 1-2, apre qualche spazio quando gioca in coppia con Beretta, ma non punge più di tanto.

(75′ Zigoni 6,5: Entra per l’assalto disperato nel finale, sportella con i due arcigni centrali umbri e sigla il gol della speranza all’87’ su cross di Doumbia. Sta rispondendo presente ad ogni chiamata.)

All. Lerda 6: La ricerca di dettare i tempi della partita lo porta a non snaturare le sue scelte in base alla disposizione in campo dei ragazzi di Camplone. Il Lecce fa la partita e subisce le ripartenze del guardingo Perugia, capace di mettere in moto il formidabile Fabinho e di beneficiare dell’eurogol di Moscati. Nella ripresa, nonostante l’espulsione che lo allontana dall’area tecnica, gioca il tutto per tutto e perde il contatto con il match per colpa degli episodi, in 11 contro 11 la verve giallorossa avrebbe potuto aggiustare il risultato?

Gli avversari: Perugia

Koprivec 5,5

Vitofrancesco 5,5

Scognamiglio 7

Massoni 6,5

Comotto 6

Moscati 7

Filipe 6,5

(79’ Carcione 6)

Nicco 6

Mazzeo 6,5

(67’ Sprocati 6,5)

Eusepi 6,5

(81’ Henty SV)

Fabinho 7,5

All. Camplone 6,5

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