Lecce-Matera: l’analisi. Arrivi, segnali e incertezze

esultanza HerreraLecce – La vittoria per 2-0 contro il Matera regala una boccata d’aria in un campionato che, finora, non conosce né gioie né soste. I tre punti conquistati contro i lucani permettono al Lecce di mantenere il passo della zona medio-alta della classifica, non perdendo contatto con la terza classificata Juve Stabia, distanziata di 3 punti.

I giallorossi capeggiano la corsa per il quarto posto, l’ultima piazza play-off, dopo aver raggiunto quota 39 punti, 1 in più della Casertana (regolata proprio dalle Vespe al “Menti”) e 2 in più del Foggia (sconfitto a Melfi). È vietato fermarsi; sabato prossimo, la partita con il fanalino di coda Reggina, reduce dal bruciante 4-1 nel Derby dello Stretto con il Messina, sarà una finale per gli amaranto calabresi, al perenne inseguimento dell’Aversa Normanna per un posto nei play-out che eviterebbe l’onta della retrocessione diretta in Serie D.

Che arrivi! La vittoria del Lecce è stata trainata dalle belle prestazioni dei due nuovi arrivati Eric Herrera ed Alberto Di Chiara, autori di due bellissime partite. Il panamense ha bagnato al meglio il suo esordio con la casacca giallorossa, presentandosi al meglio al suo nuovo pubblico. I tocchi di palla rapidi ed eleganti condotti con velocità dalla brevilinea ala centroamericana hanno fatto scattare l’allarme al dispositivo difensivo materano, costretto al raddoppio sullo sgusciante Herrera. A dire il vero, una serie di entrate dure hanno spaventato e ridimensionato un po’ il “genietto” arrivato nel Salento dalla Paganese, un po’ meno nel match dopo i “trattamenti” riservatigli dalla retroguardia lucana. Ampiamente soddisfacente, anche se non paragonabile alle esibizioni da avversario, è stata la partita di Gianluca Di Chiara, arrembante su quella fascia sinistra che ora potrà veder nascere la concorrenza tra il palermitano e Walter Lopez, elemento dall’indiscusso valore ma ultimamente in calo. Il terzino dalla cresta bionda, oltre al buon svolgimento dell’ordinaria amministrazione, ha dimostrato una buona dose di caparbietà, carattere e sfrontatezza affrontando in totale solutine contro la difesa avversaria un contropiede in conclusione di match, dimostrando anche buona gamba.

Mosca su, Filipe giù – La nota stonata del bel 2-0 di ieri è stata quella condotta dal regista Filipe Gomes, un po’ al di fuori dei meccanismi di Pagliari soprattutto in fase di costruzione dell’azione offensiva. Il brasiliano, schierato da mezzala destra con Salvi e Papini, ha condotto una partita costellata da errori di appoggio che hanno rallentato le ripartenze dell’undici giallorosso. Il cross per Moscardelli al 41’ non può essere il solo acuto di un calciatore dall’indubbio valore che non sta riuscendo ancora ad invertire la rotta in questa sua parentesi leccese. Proprio il destinatario di quel cross è invece l’uomo del momento. Il rigore trasformato al 79’, dopo la discesa di Herrera che ha costretto D’Aiello al fallo da ultimo uomo, è il decimo gol stagionale. La partita dell’ex Bologna è stata il solito match da leader totale; gli applausi del pubblico sono arrivati anche per due recuperi in difesa da vero motore del gruppo. Oltre al gol, l’attaccante romano si è rivelato pericoloso in almeno due altre occasioni, sintomo dell’ottimo momento e della quadratura trovata nel cuore dell’attacco salentino. Un segnale interessante è arrivato anche da Nicolas Caglioni, autore di una bella parata sul tiro di punta, quasi da futsal, di Diop; il portiere di Seriate, oltre al buon intervento sull’attaccante senegalese, ha ben disbrigato le proprie pratiche con ottime valutazioni sulle uscite, fondamentale in cui quest’anno si è registrato un rendimento altalenante.

Matera croce e delizia – La sconfitta di ieri condiziona un po’ le ambizioni playoff dell’ambizioso Matera del presidente Saverio Columella, rimasto settimo in graduatoria ed ora distanziato di quattro punti dalla zona playoff. La squadra allenata da Gaetano Auteri ha cercato di affrontare il Lecce con un pressing asfissiante sui portatori di palla giallorossi, ma, con il passare dei minuti, la lucidità è venuta meno ed i salentini sono riusciti ad avere la meglio. Il vantaggio di Herrera ha fatto crollare il castello materano: il Lecce non si è disunito e l’espulsione di D’Aiello è sembrata la classica “bandiera bianca” della resa materana. L’undici lucano è apparso un po’ leggero in fase offensiva: I pochi giorni di Diop in Basilicata ed i problemi occorsi negli scorsi giorni al pericoloso Letizia hanno abbassato il tasso di pericolosità del Matera, con il solo Madonia a bussare per due volte nell’area leccese, comunque tra le sorprese più belle di questo Girone C.

Segnali dalla Nord  La vittoria non ha, giustamente, schiarito tutte le nubi che s’addensano attorno al rendimento di una squadra che deve inanellare una serie importante di vittorie per recitare un ruolo da protagonista. La Curva Nord ha esposto uno striscione che recitava “Se restiamo in C tutti via da qui”: l’inciso esposto nel settore del cuore pulsante del tifo rappresenta la paura di un intero popolo sul futuro, con un campionato tutto in salita da recuperare per ovviare a qualche errore che non abbraccia solo l’area tecnica e che non è imputabile alle singole sconfitte (non solo) di questa stagione.

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