Tra finzione e realtà. Al via la nuova stagione del Balletto del Sud

“La Traviata, Maria Callas, il Mito” è il titolo dello spettacolo che ha dato il via alla nuova stagione del Balletto del Sud. Presentata al pubblico di Lecce, nei giorni 12 e 13 Novembre scorsi, la moderna versione 2022 è stata realizzata in coproduzione con il festival D’Autunno/Teatro Politeama di Catanzaro; con le Coreografie di Fredy Franzutti, anche Direttore della Compagnia Balletto del Sud, le scene di Francesco Palma e le luci di Piero Calò.

Lo spettacolo è stato preceduto da un’esaustiva introduzione del critico musicale Eraldo Martucci, che ha raccontato il percorso umano e professionale di Maria Callas, dal suo esordio in Italia nel 1947 a Verona con La Gioconda di Ponchielli, diretta da Tullio Serafin, ai grandi successi, dalla sua felicità alla sua disperazione. I grandi contrasti di una vita ricca di sogni realizzati e infranti per amore. Il sipario del Teatro Apollo è ancora chiuso mentre “Addio, del passato bei sogni ridenti” del III° atto de La Traviata di Giuseppe Verdi, richiama l’attenzione del numeroso pubblico, il cui sguardo guidato da un fascio di luce, si volge su quella poltrona dorata barocca, sulla destra del proscenio, che fortemente rievoca un’assenza, quella della “Divina” Callas, morta prematuramente a soli 54 anni, forse a causa di un infarto o per eccesso di sonniferi, il 16 settembre del 1977 nella sua casa di Parigi, in compagnia -solo- della sua cameriera Bruna, circostanza questa, che l’avvicina alla protagonista della Traviata: Violetta Valery, accompagnata anch’ella alla morte, dalla sua fedele Annina. Fredy Franzutti, anticipando il centenario della sua morte, che sarà il 2 dicembre 2023 e rendendo omaggio a quello del coevo Yannis Xenakis (compositore, ingegnere e architetto greco nato in Romania il 29 maggio 1922), crea una commistione tra musica classica ed elettronica tra danza classica e danza moderna.

Eraldo Martucci ricorda quando nel 2007, questo spettacolo fu per la prima volta presentato al Museo Castromediano, per i 30 anni della scomparsa della Divina, e l’importante riconoscimento ricevuto dal Comune di Sirmione, luogo dove la Callas risiedeva, con la consegna della “Medaglia d’Argento”. Molto suggestiva è l’immagine che appare all’apertura del sipario: due fari incrociati illuminano contemporaneamente due ambienti, che raccontano la realtà del Mito rappresentata dalle statue classiche sullo sfondo e la finzione dell’opera – La Traviata – illuminata da tre lampadari di cristallo. È un continuo gioco di contrasti e di emozioni, di colore bianco e nero, di episodi presenti e passati, di finzione e realtà, presente il suo amore vissuto e la sua maternità perduta. Uno spettacolo piacevole, intenso e fortemente evocativo, come l’ingresso in scena del corpo di una donna incellofanato, trasportato da uomini in frac e pantaloni rossi scozzesi, che con un gioco di rapidi movimenti riprende vita. La camminata da zombie di un bambino e ancora i giochi geometrici o in sincro dei gruppi di ballerini. Infine, notevole la capacità non solo tecnica ma attoriale e mimica della étoile Nuria Salado Fustè. E ancora, interessante la scelta, a conclusione dello spettacolo, di far sfilare le ballerine con gli abiti (riprodotti) della “Divina” compreso il famoso tubino nero dell’Atelier Biki.

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