Violenza sui minori, un convegno a Galatina

Galatina (Le) – “Se sulla terra prevalesse l’amore, le leggi sarebbero superflue”, corollario di questa massima è la presa di coscienza al cospetto degli scempi compiuti oggi già nella giovanissima età. Alla luce di ciò, a corredo delle iniziative culturali della Società Operaia di Mutuo Soccorso di Galatina, si è svolto presso la sede di via Umberto I un convegno dal titolo “Violenza minorile”, altresì patrocinato dal Gruppo di studio scienze forensi di Siena.

Fra i relatori Maria Cristina Rizzo, Sostituto procuratore generale della Corte d’Appello di Lecce e Massimo Montinari, Direttore del dipartimento di criminologia e psichiatria forense presso l’Unimeier.

L’incontro si è concluso con l’intervento del Giurista Cosimo Lorè, già chiamato a conferenziare presso presso la Società Operaia sul tema “Le nuove droghe”, condividendo allora e ora altresì la specializzazione nei temi sviluppati presso l’Università popolare di medicina integrata, economia e ricerca.

Ad aprire i lavori Antonella Cretì che ha introdotto lo spinoso argomento evidenziando quanto sia dilagante il fenomeno violenza e in che modo si spalmi interessando “fasce d’età che tragicamente vanno sempre più abbassandosi”. I temi discussi vari di spessore tecnico svelano un impegno militaresco sul campo.

Il senso dei contenuti dall’alto dell’esperienza giuridica nel settore minorile ha portato la giudice Rizzo a consapevolizzare circa l’importanza nel trattamento del problema dei minori violenti nel coinvolgimento delle primarie agenzie educative, la famiglia e la scuola, ora più che mai. I dati snocciolati sull’abbassamento fenomenologico negli ultimi anni dei reati più gravi come gli omicidi, in tal caso si parla di baby killers, vedono uno spostamento su un’aggressività finalizzata a produrre lesioni, minacce e maltrattamenti di sorta. Sorprendente l’andamento che registra una diminuzione di violenza sessuale e spaccio. Un indicatore psicologicamente rilevante su cui riflettere è che dall’anaffettività si passa alla violenza.

La posizione descritta dalla Rizzo trova concorde Montinari che, a proposito, fa una disamina sugli aspetti organici e squisitamente psichici che sottostanno endemicamente all’esercizio della violenza che è eterodiretta, ma beninteso anche autodiretta. Nel contesto della tavola rotonda emerge la primarietà della scuola, concepita per gli scolari alla stregua della macro società. Si staglia dallo sfondo il valore oppositivo che viene alla ribalta allorquando l’istituto scolastico entra in rottura con i minori che già presentano comportamenti a rischio devianza, culminanti nell’espressione esplicita della violenza. Ovviamente il riferimento è chiaro, diretto alle scuole che non hanno ancora del tutto affrontato la rivoluzione copernicana consistente nella centralità del discente rispetto al docente, vista nella propensione ad anteporre l’aspetto empatico a quello disciplinare, incline al raggiungimento della mobilitazione delle competenze europee.

Il punto di vista e di svolta prettamente pragmatico è quello  presentato dal Prof. Lorè che allarga la prospettiva, in cui intende includere idealmente il pubblico presente in un contesto simbiotico. In qualità di esperto di diritti umani allerta il parterre, significativamente composto da intelligenze operanti nel mondo delle discipline attinenti la problematica esposta, a centrare il focus sulla mission diretta al regime da seguire per contrastare il problema “violenza minorile”. La morale è uscire dalla “zona di comfort” e apprendere che la cartina da tornasole è data da ciò che da questi incontri “si porta a casa”.

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