Squinzano, quattro secoli e un garofano rosso

Squinzano (Le) – “Imago et similitudo dei” è immortalata pietrificata nella sua statua  accanto alla Madre delle madri, alla materna figura celeste sul tosello del Santuario dell’Annunziata, in memoria del 21 ottobre 1618, data dell’apparizione della Madonna a lei, Maria Manca. Il garofano fu “galeotto” un fiore rosso che la Madre del cielo porse alla giovane squinzanese alla quale chiese di portarlo al Divin Figlio presso la Chiesa di Galatone. Ciò come pegno per guarire dai mali dell’anima e del corpo.

A distanza di tanti secoli oggi è nato un “movimento di idee” da un gruppo di giovani autoctoni guidati dal parroco, Don Alessandro Scevola, su questa storica data da cui trae il nome “21 ottobre”, che apre e chiude una storia nella storia della Chiesa che parla di una “donna di fede” le cui memorie la innalzano nel tentativo di farle acquisire il rango di Santa.

A giudicare dalla testimonianza dell’assistenza alle donne gravide e a chiunque l’abbia avvicinata, l’elevazione alla degnità dell’appellativo “santa” viene vissuto dalle sue devote quasi come un optional per alcune e come un atto dovuto per altre, tant’è grande la scia lasciata dalla giovane mugnaia. Nell’occasione è stato predisposto un calendario colmo di appuntamenti, tra cui una veglia il giorno della vigilia al Santuario da lei eretto a Squinzano, nel quale si è recitato un Rosario inframezzato da misteri relativi a meditazioni sulla vita della “pia mulier”, come si riferiscono a lei molti religiosi. E in coda alle poste il ritornello “ti saluto Vergine bella tutto il mondo si inchina a Te. Io m’inchino e bacio a terra, ave Madre Nunziatella”. A mezzanotte una fiaccolata si snoda fino alla Cappella a pochi passi dalla Chiesa che si trova a ridosso del cimitero e poi la benedizione dei garofani successivamente. La Chiesa seicentesca dallo stile che trasuda una sorta di calore nel colore delle costruzioni architettoniche e negli oli dei dipinti con ombreggiature luminose che la tappezzano emanando grande drammaticità e “presenza” è sede di accoglienza per numerosi pellegrini. Encomiata insieme alla devozione per la Madonna del garofano, di cui Don Alessandro, nell’omelia del giorno dedicato alla Regina del cielo, sottolinea che non esiste in Italia e nel mondo probabilmente questa ricorrenza della Madre Santa della quale pure invece si ricordano i luoghi di Lourdes, Fatima, Medjugorje e nel Messico. Restano nel cuore dei visitatori particolari di queste visite , come l’ulivo di Prassedonia che omaggia “l’incomparabile fioraia del cielo”, che passerà ancora ai posteri come l’artefice, come è nella realtà, del “tempio della gratitudine” così definito dal celebrante. Il sacerdote mette in contrasto nel suo sermone lo spirito della Manca magnanimo per usare un eufemismo  con quello del costume più ricorrente caratterizzato spesso da ingratitudine ed egoismo. Ma il ricordo si prolunga nella Chiesa del Crocifisso di Galatone raggiunta dai fedeli che non arretrano nel continuare un’altra tappa da onorare in vista di un’ altrettanta nobile manifestazione mariana. Si tratta di un viaggio che porta fino a Pompei per ringraziare fisicamente per la gratuità con cui ha offerto la Signora Maria SS ai suoi protetti Don Alessandro alla Comunità squinzanese e a quelle che l’hanno preceduta per il suo felice 18° Anniversario di Sacerdozio.

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