Tutto quello che c’è da sapere sul modus operandi del medico nell’ambito del SSN è descritto sapientemente nell’intervista di Antonio Soleti nello spazio riservato al suo format scientifico settimanale da lui ideato e condotto Mi Curo di Te, trasmesso da Radio Portalecce e Radio One; stavolta ospite alla poltrona Luigi (Gino) Peccarisi, presidente della CAM (Commissione Albo Medici) in seno all’Ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri della Provincia di Lecce.
Fra le prime domande del conduttore quella sulla distinzione circa la nomenclatura che abbina il medico chirurgo all’odontoiatra, accorpandoli nella dicitura ordinistica. A tal guisa Peccarisi chiarisce che ora l’odontoiatra si riconosce in un inquadramento a parte, a sé stante. La presenza di Peccarisi nell’Ordine di appartenenza conta 40 anni di “militanza esperienziale”, e comprende il periodo in cui ha ricoperto l’incarico di vice Presidente dell’Ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri.
Soleti gli chiede quale funzione abbia in soldoni l’Ordine dei medici. Si viene così a conoscenza del compito attuale del medico ospite e cioè del suo ruolo di Responsabile dei Provvedimenti disciplinari nell’Ente, appunto, sussidiario periferico quale è l’Ordine che richiede, per mantenere l’iscrizione, 150 crediti formativi in un triennio.
Luigi Peccarisi, di ritorno da un congresso aVillasimius in Sardegna riporta inoltre una notizia ferale riguardante un fatto che lascia sgomenti stavolta i pazienti e cioè il decesso di un medico, la Dott.ssa Maddalena Carta deceduta nel qui e ora del suo mandato di medico che gestiva 10.000 assistiti. L’intento della rivelazione di un dato della cronaca del luogo mira a sottolineare a chiare lettere l’abnegazione totale che sfocia nel sacrificio del medico di base, così definito o medico curante o ancora, secondo il registro linguistico odierno, medico di medicina generale spesso e volentieri numericamente in minoranza rispetto alla domanda, come riporta la casistica generale. Difatti si contano sovente 1500 mutuati per i medici massimalisti che, a causa del surplus delle richieste sul territorio, talvolta si vedono costretti a “rifiutare” nuovi mutuati ora giacenti in liste d’attesa.
Si parla anche di medici convenzionati e dipendenti da contratto, nel contempo si mette a fuoco il principio basilare inoppugnabile che sta nel garantire i LEA (Livelli Essenziali di Assistenza) da preferire in un Sistema Sanitario Centrale. Una cosa che si staglia dallo sfondo è la figura burocratica del medico del terzo millennio che va a cozzare contro la benaugurante immagine del medico tradizionale di famiglia, sostituito altresì con la funzione di front-office della sanità. Tale comportamento insieme ad un non equiparato compenso rispettoso della qualità e impegno profusi nella professione portano i giovani medici a preferire, obtorto collo, mete fuori dallo Stato italiano. Ciò prova come la professione del medico sia una missione all’interno di una vocazione che fa di essa un’occupazione per il vocato, vissuto come un detentore di poteri taumaturgici. Ma è così difficile lasciare il camice immacolato e ne sa qualcosa il dottor Peccarisi in pensione che esercita di continuo gratuitamente, non avendo però la possibilità di ricettare.
Novità venuta alla ribalta anche riguardo all’attività del Pronto Soccorso sul cui funzionamento si ha molto da lamentare da parte del cittadino che denuncia la deficienza del sistema senza conoscere le dinamiche interne alla sua strutturazione e senza tenere conto dell’intervento che spesso è risolutivo nell’immediato pur non essendo classificabile come codice rosso. Con un accenno al sistema d’attuazione che fa capo a Renato Balduzzi, risalente a 13 anni fa e ora in via di programmazione si chiude questo appuntamento, ma il conduttore anticipa un secondo invito al noto ospite nella sua rubrica.
