La Fiera di MalaChianta ospita Angela Garzia

MalaChiantainFesta, l’Associazione squinzanese che si occupa di territorio, agricoltura, ambiente, salute, in un’ottica di solidarietà, giunta alla IV edizione, ha dedicato una serata speciale in Agro di Trepuzzi, proponendo degustazione, mercatino, artigianato, arte, tutto a suon di note.

La manifestazione aperta e condotta dalla presidente, Giuliana Mastroleo, ha la particolarità dell’esposizione in un ambiente rurale e con cui poter offrire un felice contesto ricco di beni da assaporare e da contemplare esteticamente. Con pochissimi spiccioli acquistabili frise condite alla maniera contadina dalle socie, prodotti in bella mostra con lo sfondo dell’odore dell’erba tagliata fresca.

Le luci accese e sospese in una escalation delimitano questa piattaforma bucolica che sa di paradiso impreziosito dall’allestimento di dipinti su tela a tema e, per continuare in bellezza, versi declamati di una famosa poesia sul dolente argomento della Xylella.

Ma non finisce qui, ospite d’onore per gli amici accorsi in gran numero essenzialmente dalla cittadina della sede operativa, la cantante squinzanese nota al piccolo-grande pubblico Angela Garzia, accompagnata dal pianista Mauro Longo, che ha proposto canti storici come “Io che amo solo te”, “Cosa hai messo nel caffè” , “Il cielo in una stanza” e tanti altri pezzi musicali di successo prevalentemente del secolo trascorso e ancora musica popolare del sud Italia.

Abbiamo colto l’occasione per farle delle domande. Angela, come nasce la tua arte?

La mia arte nasce il 13 agosto di 15 anni fa. Avevo 13 anni quando sono salita per la prima volta su un palco con la prima Band. Il mio Prof. di musica me lo propose e così mi accodai ai miei amici musicisti. Da allora la  musica è stata per me un hobby, ma soprattutto nel contempo una costante nella mia vita.

Quali sono i tuoi generi preferiti?

I miei prediletti generi musicali spaziano dal rock al Jazz principalmente, ma mi piace anche ideare cose nuove e poi ho anche una passione per il musical. Ho portato questa espressione artistica con me nel Salento fino ad Ancona, dove svolgo il mio dottorato di ricerca in oceanografia fisica. Lì ho avuto la possibilità  anche di seguitare a cantare organizzandomi con i tempi a disposizione e occuparmi altresì appunto di danza e recitazione.

Dove esattamente hai posto la tua dimora adesso?

Da pochi mesi ho lasciato Ancona per trasferirmi a Fano (Pesaro) dove vi sono delle possibilità concrete per esprimere la mia arte ed esibirmi altresì nei teatri, portando in scena altri musical.

E il classico sogno nel cassetto?

Recuperare brani dei primi del Novecento fino al dopoguerra , caduti nel dimenticatoio che presentano sonorità eleganti e raffinate e rivisitarli ai giorni nostri. Ho iniziato questo progetto di “archeologia musicale” durante il Covid, allorquando ho tirato fuori dalla naftalina il brano “We’ll meet again” di Vera Lynn, “Tornerai” cantata dal Trio Lescano, e “Che bella cosa sei” di Fred Buscaglione. Poi ho un altro sogno che consiste nel portare la musica popolare salentina nelle Marche, un repertorio riservato per ora a MalaChianta.

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