Il 19 ottobre a Lecce: dalle radici alle punte, riti di passaggio 

Capelli  sciolti, corti, ricci, ondulati, lisci, lunghi e lunghissimi come quelli della pianista russa Eva Gevorgyan che potrebbe tornare a Lecce sí per una sua performance, ma anche come testimonial per un appuntamento dedicato alla bellezza. Un incontro per conoscere più da vicino il mondo sommerso, la ricerca del proprio equilibrio interiore. Un percorso utile e necessario per raccontarsi e per affidarsi a chi possa guidarci per raggiungere una maggiore consapevolezza della propria immagine. A cominciare dai capelli simbolo di forza, di femminilità che diventano lo specchio della propria personalità e del proprio io. Sono  essi stessi, scudo e confine dove è più facile nascondersi o svelarsi. Sono simbolo del peccato, richiamano all’eros; spettinati, disordinati o incolti sono rappresentativi della follia e, per secoli sono stati oggetto di persecuzione e di superstizione.

(…) capelli da cui ero recisa piangevano la mia sorte, quando il cavallo alato (…)  sono versi dedicati a Berenice, regina di rara bellezza, che offrì la sua chioma ad Afrodite in cambio del ritorno in patria del suo amato Tolomeo partito in battaglia.

Questi sono i miei capelli” disse Beethoven perentorio,  consegnando una sua ciocca al pianista Anton Halm, perché era usanza dell’epoca regalare i capelli come cimelio. Accadde anche alla ciocca di capelli di Mozart custodita in un ciondolo d’oro del 1791 per una vendita all’incanto dalle cifre impressionanti.

Un’altra storia  invece per i monaci d’Oriente per i quali avere il cranio rasato è simbolo di castità e per le tribù dell’Africa occidentale i capelli sono la sede del Dio. Per i musulmani, le donne devono coprire il capo con l’hijab. Spiritualità e leggende. Memorie storiche e soprusi a uomini, donne e bambini che, nei lager, venivano rasati radicalmente, quindi privati della propria identità e deturpati nella loro bellezza.

In un epoca ossessionata dal crescente disagio giovanile e non solo, legato ad uno stereotipo che punta ad una omologazione dei canoni della bellezza, in cui l’apparire vince sull’essere è quanto mai opportuno cambiare, invertire la rotta: guardarsi fuori sì, ma per ritrovarsi dentro. Abbandonare il disagio crescente del dismorfismo, una patologia che prende piede tra giovani e meno giovani e che spesso  mina le relazioni sociali e comportamentali.

Si può dare valore e dignità a chi si prende cura per migliorare il benessere di sé. Un meeting il 19 ottobre prossimo ideato e condotto da Roberta Apos, consultant Aura-Soma e da Serena Corrao, Counselor relazionale, presso i Giardini Ezen, una riserva naturale che accoglie l’evento in programmazione.

Tornare all’essenza, alla ricerca del sé, alla bellezza interiore, frutto di maturità, di un lavoro di introspezione che doni un’immagine agli altri, autentica e coerente. Il corpo è un universo in cui regna l’armonia. La stessa che governa i suoni, i colori, le emozioni che ne scaturiscono. Accedere alla conoscenza di Aura-Soma è un esperienza che va condivisa, esplorata. Un sistema che mette in relazione l’energia vitale dei colori, delle piante e dei cristalli per ritrovare il proprio centro di gravità. Materia e spirito. La vera essenza, la nostra unica  appartenenza.

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