Il ricordo delle vittime dell’Olocausto, a ottant’anni dalla liberazione del campo di sterminio di Auschwitz, rivive attraverso il ricco calendario di eventi ed iniziative messe a punto dal Museo Ebraico di Lecce in sinergia con enti ed istituzioni del territorio.
Gli eventi, che comprendono visite guidate, mostre d’arte e testimonianze dal 26 al 28 gennaio, sono stati presentati nel corso di una conferenza stampa all’Open Space di Palazzo Carafa. Presenti: Fabio Tarantino, Vice Presidente della Provincia di Lecce, Claudio Stefanazzi, Capo Gabinetto Presidenza Regione Puglia, Michelangelo Mazzotta, CEO del Museo Ebraico di Lecce e Francesco De Giorgi, CEO del Museo Ebraico di Lecce, Fabrizio Lelli, Direttore del Museo Ebraico di Lecce e docente di lingua e letteratura ebraica presso l’Università La Sapienza, e Fabrizio Ghio, architetto e archeologo, membro del comitato scientifico del Museo Ebraico di Lecce, entrambi curatori della mostra “La Puglia crocevia del Mediterraneo – Mobilità di uomini, merci e culture”, e ancora Fiammetta Martegani, curatrice della mostra “Errare, perseverare, sopravvivere” di Lenore Mizrachi-Cohen, artista ebrea americana di origine siriana.
Fabio Tarantino, vice presidente della Provincia, ha salutato la platea portando i saluti del Presidente Minerva: “Ringrazio per l’invito; è molto importante essere qui per una questione quanto mai attuale. Come provincia non è solo un ricordare l’Olocausto, ma un voler diffondere concretamente la cultura del rispetto, del riconoscimento reciproco, dell’altro. Noi come territorio, come Salento, crocevia di culture, abbiamo sempre dato accoglienza e possiamo far capire questo, come accogliere e far voltare pagina. Quello che accade nel mondo ci porta ad un’attenta riflessione. L’Europa può essere un pensatoio per tutti noi, per pensare e capire come trovare la strada della pace”.
Strettissimo il legame con la Regione Puglia, di cui ha parlato l’On. Claudio Stefanazzi: “Siamo qui anche quest’’anno per presentare il programma della Giornata della Memoria, per questo ringrazio il Museo Ebraico, ormai presenza consolidata nel panorama culturale pugliese. Con coraggio e perseveranza ha avuto il coraggio di affrontare un tema cruciale, quello dell’influenza delle culture diverse dalle autoctone su questo angolo del mondo, dando un punto di vista interessante e dettagliato. In questo quadro, con l’obbligo della memoria come faro del nostro agire presente e futuro, sono contento di riprendere il percorso con Fiammetta Martegani, che rappresenta un modo forte di affrontare il tema del rispetto e della tolleranza. Mi auguro che questa esperienza possa diventare a breve una esperienza nazionale, credo che i tempi siano maturi, complice l’attenzione che suscita la nostra terra sotto vari punti di vista. Dobbiamo essere ancora più decisi nell’affrontare la sfida di chi vuole cancellare la memoria e reinterpretare alcune fasi storiche che sono state universalmente condannate, abbiamo il dovere di testimoniare e tenere alta l’attenzione, senza farci scoraggiare, nel mondo della cultura”.
Fabrizio Lelli, Direttore del Museo Ebraico di Lecce, e l’architetto Fabrizio Ghio, curatori de “La Puglia crocevia del Mediterraneo – Mobilità di uomini, merci e culture”, mostra che sarà inaugurata domenica 26 gennaio alle ore 18.00, hanno commentato: “L’idea del museo è quella di ricostruire degli elementi della memoria del territorio che non sono così manifesti ai nostri giorni ma che in passato hanno rappresentato una componente importante. Le analisi e le ricerche condotte negli anni sono state rese di portata pubblica nel percorso del Museo Ebraico il quale ha l’ardire e la speranza di proporsi a un pubblico variegato suggerendo il termine di questa presenza ebraica come una pietra di paragone per capire l’evoluzione di una società che si confronta con culture diverse. L’idea di partenza del museo era quella di ricostruire un panorama della cultura medievale, salentina, leccese come cultura aperta in tutte le possibili direzioni del Mediterraneo. Una chiave di lettura, dunque, per capire il territorio stesso. Il mondo ebraico è un mondo mobile, nomade in qualche modo, caratterizzato dall’idea della diaspora, alla ricerca di luoghi in cui collocarsi per periodi più o meno lunghi di tempo. Fin dalle epoche più antiche delle diaspore, fin quando gli ebrei si sono stabiliti nel Salento, da quel momento la presenza ebraica è sempre stata costante. Abbiamo prodotto una Carta pubblicata in tre lingue della presenza degli ebrei in Puglia, la Puglia ebraica, in cui sono contrassegnati i principali luoghi. La presenza ebraica è infatti stata capillare in Puglia, specie fino al ‘500. A partire da questa carta ebraica, abbiamo organizzato una mostra in cui raccontiamo per immagini la mobilità dei migranti, dei popoli, dei mercanti e dei testi. Raccontiamo la Puglia dei pellegrinaggi e dei collegamenti”.
Infine, Fiammetta Martegani, che dal 2021 è curatrice di interessanti mostre di arte contemporanea presso il Museo, ha presentato “Essere, perseverare, sopravvivere” dell’artista ebrea americana di origine siriana Lenore Mizrachi-Cohen, che racconterà, attraverso una serie di installazioni site specific, la storia del popolo ebraico e delle sue migrazioni dai tempi delle espulsioni dalla Puglia fino alla diaspora ebraica odierna: “Da cittadina italiana che vive in Israele è mia premura ricordare la memoria dei morti ma anche dei vivi alla luce dei tragici fatti di quest’ultimo anno e mezzo, periodo durante il quale il Museo Ebraico mi è molto stato vicino. Per noi era cruciale scegliere un’artista come Lenore Mizrachi-Cohen, nata e cresciuta a New York dove i suoi genitori ebrei erano fuggiti dalla Siria, in casa parlava arabo e la sua mostra è costituita da una calligrafia in caratteri arabi che usa come lente attraverso cui esaminare i costanti cambiamenti identitari e culturali del popolo ebraico. Il suo lavoro fonde la consapevolezza delle proprie radici con un’analisi critica sulla vita contemporanea, per riconoscere il proprio patrimonio riconsiderandone il significato ai giorni nostri.
In questa mostra personale, Lenore, che non è con noi poiché al nono mese di gravidanza, riflette su temi universali che sono, al tempo stesso, temi specifici nella storia del popolo ebraico e della sua resistenza. Le condizioni di vita precarie sopportate dalle comunità costantemente sradicate o attaccate – e l’effetto che ciò ha sulla psiche individuale e collettiva del popolo ebraico – sono, infatti, una realtà che continua ad esistere, oggi come allora. Per questo l’artista attinge dalla memoria del passato per raccontare la vita ebraica contemporanea: partendo dall’epoca medioevale, quando la comunità ebraica di Lecce dovette fuggire dall’Inquisizione spagnola, fino all’inizio del XX secolo, quando la comunità di Lenore dovette lasciare la Siria; fino a raccontare la memoria del presente, in Israele, all’indomani del massacro del 7 ottobre”.