Ai microfoni di “Mi curo di te”, il 31 gennaio, il cardiologo Giuseppe Colonna

A “Mi curo di te”, lo scorso 31 gennaio, negli studi di radio PortaLecce, ospite del direttore di “Puglia Sanità”, Antonio Soleti, il dott. Giuseppe Colonna direttore dell’U.O. Complessa di cardiologia UTIC ed Emodinamica presso l’ospedale “V. Fazzi” di Lecce.

L’esercizio della professione del dott. Giuseppe Colonna presso l’ospedale “V. Fazzi” di Lecce risale al 1999, quando, insieme al compianto dott. Antonio Montinaro, ci tiene a sottolineare il medico rispondendo all’invito di Antonio Soleti a  soffermarsi sulla sua formazione professionale, si sono poste robuste fondamenta nel campo della cardiologia emodinamica. Interpretando il bisogno di conforto di molti, il conduttore sollecita il suo illustre ospite a dissertare sull’andamento della diffusione delle malattie cardiovascolari, prima causa di morte. E, opportunamente, il dr. Colonna intende rimarcare l’ineluttabilità della prevenzione, considerati i dati allarmanti: 20 milioni di persone in Europa muoiono in un anno.

Il controllo di fattori di rischio classici: l’ipertensione, il diabete, l’ipercolesterolite, la familiarità, lo stile di vita possono essere determinanti per scongiurare il triste epilogo. Riguardo alle percentuali di mortalità il “V. Fazzi” colloca il fenomeno al 3%, al di sotto della media nazionale, grazie anche al buon funzionamento del sistema emergenziale. Per ovviare al drammatico esito risulta vitale, a detta dello specialista, dedicare 60 minuti almeno di attività fisica spalmata 2 o 3 volte al giorno e ancora ai fini del contenimento del fenomeno, essenziale presso le strutture ospedaliere controllare il follow up, ovvero il decorso post dimissione, solo così si abbatte il rischio residuo di mortalità.

Alla domanda inevitabile da parte di Soleti sulla correlazione tra morti sospette e vaccinazione anti covid, Colonna afferma l’esistenza di scuole di pensiero diverse e, riguardo invece propriamente all’infezione da covid-19 si può ben dire, in seguito alla conferma degli studi di ricerca, che esso è l’elemento favorente di alcune patologie, come la trombosi coronarica. Solleticato dalla curiosità di Soleti circa la funzionalità della “rete Salentima” esistente dal 2010, il dottor Colonna rende noto che, grazie a questo sistema organizzativo,  si può intercettare la domanda dell’utente a qualsiasi distanza si trovi. E una primizia viene offerta nell’intervista relativamente al DEA (Dipartimento di emergenza e accettazione del Presidio Ospedaliero del “V. Fazzi”) che da pochi mesi si avvale della cosiddetta sala Ibrida che permette soluzioni come quella che ha a che fare con la valvola aortica, risultato di una vera innovazione tecnologica e dell’utilizzo dell’intelligenza artificiale. Una buona notizia per ciò che concerne la stenosi aortica, comune fattore predisponente nei pazienti  anziani e trattabile in questa sala operatoria che vede impegnati vari specialisti, cardiochirurgo, chirurgo vascolare, emodinamista e figure accessorie. Il direttore chiede al cardiologo interventista la sua idea sul rapporto fra clinici e ricercatori, collaboratori universitari e poi riguardo la questione del numero chiuso per l’inserimento degli studenti nel Corso di laurea in medicina. L’associazione clinica-didattica è da propiziare per l’emodinamista, meno invece  la selezione che sta nel non potersi iscrivere alla Facoltà di medicina.” Aprendo alla possibilità di scelta della disciplina medica si reperirebbero più forze indispensabili sempre nel mondo della sanità”. Inoltre è da annoverare grazie all’Heart team lo studio e il trattamento di cura di casi difficili, come lo shock cardiogeno, tanto per citarne uno. Colonna ha inteso concludere il suo corposo e nel contempo sintetico intervento in cui ha utilizzato un linguaggio piano e accessibile e mettendo l’accento su una realtà la cui importanza non è trascurabile, l’ambulatorio di prevenzione secondaria e quello dello scompenso che insieme ben funzionanti riducono al 50% le ospedalizzazioni. Colonna chiosa rispetto al coronavirus che, dal suo punto di vista, ha insegnato che vi sono aspetti del territorio che non possono essere lasciati alla mercé di uno sguardo distratto dello studio sulle condizioni fisiche dell’ambiente. Chiamato da Soleti a dare il suo parere tecnico-scientifico sull’équipe medica a cui appartiene, il dott. Giuseppe Colonna manifesta un toccante giubilo sull’operato della sua “squadra di lavoro”, menzionando nomi,  nel modo più assoluto si configura brillante nel firmamento medico del Fazzi  destinato ad una utenza che geograficamente si allarga rappresentando un vincente antidoto alla mobilità passiva a cui si è adusi.

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