Un viaggio musicale in slitta

In questi giorni un vecchio bonario che continua ad incantare i cuori di grandi e piccoli è partito dalla lontana Rovaniemi, in Lapponia, con una slitta, alla volta di camini per scendere a depositare doni nelle case. Si tratta di Santa Claus, da noi conosciuto come Babbo Natale.

Ciò che si percepisce, anche grazie a questa tradizione, è la voglia di lasciarsi coinvolgere in una sorta di incantesimo quasi lontano da ciò che succede intorno per godersi appieno momenti di felicità e, per gli adulti, ciò significa ricordare le esperienze felici dell’infanzia aspettando i doni.

Se in genere i bambini sognano i regali, i più grandi desiderano qualche momento di serenità e/o la possibilità di poter fare un viaggio alla scoperta di nuovi paesi o semplicemente spostarsi dal luogo dove vivono abitualmente.

Allora immaginiamo di fare un viaggio particolare, non con i moderni mezzi di trasporto, ma su una grandissima slitta sui generis.

A farci dono di quest’esperienza è il padre di Wolfgang Amadeus Mozart, Leopold, un personaggio che molti hanno potuto conoscere attraverso l’interpretazione di Roy Dotrice nel film Amadeus (1984) diretto da Miloš Forman. Violinista alla corte di Salisburgo (1743), Leopold Mozart è autore di un importante trattato sul violino (Versus einer gründlichen Violinschule, 1756) e compositore di opere di vario genere (messe, divertimenti, serenate, musica da camera, sinfonie, ecc.).

In questa occasione parliamo di un’opera dal carattere descrittivo e dilettevole, Il viaggio musicale in slitta (Die musikalische Schlittenfahrt) un divertimento che si caratterizza per l’uso diffuso dell’onomatopea.

La musica, composta probabilmente nel 1756, è articolata architettonicamente in 12 movimenti – tranne il n. 6 in fa minore – nella tonalità di Fa maggiore.

Sull’attribuzione al padre di Wolfgang restano alcune incertezze in quanto un compositore coevo, Franz Georg Wassmuth, ha composto un brano dallo stesso titolo, tonalità e numero di movimenti, ma come si può desumere dalla copia manoscritta che si conserva presso la biblioteca di Dresda, compare anche il nome del Mozart più celebre, Wolfgang, a creare ulteriori dubbi.

Andiamo alla descrizione del brano come guida del nostro viaggio.

Dopo il primo movimento dal carattere introduttivo (INTRADA, Andante e staccatoPresto) ha inizio lo SCHLITTENFAHRT. Segue DAS SCHÜTTLENDE PFERD – Andante sempre piano, descrizione del cavallo che scuote la testa per scrollarsi la neve di dosso. Al n. 4 troviamo AUFZUG al quale fa seguito un ALLEGRO. Successivamente DAS VOR KÄLTE ZITTERNDE UND SCHNATTERNDE FRAUENZIMMER Adagio fa percepire il battere dei denti di una signora infreddolita cui seguono delle danze: un MENUET nella sua solita tripartizione (Minuetto – Trio – Minuetto col da capo) DEUTSCHER TANZ I – Presto e anche al n. 11 DEUTSCHER TANZ II, dopo KEHRAUS e il PIANISSIMO, per concludere con il ritorno del KEHRAUS come ballo finale.

La partitura si presenta piuttosto interessante sia per la presenza di diversi strumenti a percussione (a suono determinato e indeterminato, come, per esempio, timpani, sonagli e frusta), ma anche per l’uso di molti altri utilizzati per riprodurre effetti particolari, i quali contribuiscono a ‘colorare’ di suoni con effetti di vario genere rendendo molto verosimile ciò che può succedere durante un viaggio in slitta.

Il successo della composizione è testimoniato anche dal fatto che lo stesso Wolfgang ne compose una simile all’interno delle Tre Danze tedesche per orchestra, K 605 (1791), la terza in Do maggiore con un titolo quasi identico Die Schlittenfahrt ove, anche grazie allo strumentario simile utilizzato dal padre, è possibile ‘rivivere’ una gioiosa e divertente corsa in slitta.

https://www.youtube.com/watch?v=vvozV2y7HMk

Un suggerimento per tutti coloro che ancora non si sentono pronti a fare quest’esperienza di viaggio musicale: si può sempre ascoltare questa musica dal carattere gioioso e, contemporaneamente, “viaggiare” metaforicamente verso una ricerca interiore, fondamentale per tutti e dalla quale nessuno può esimersi.

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