“Senza titolo”, l’installazione-performance ideata da Castellucci in scena per la rassegna “Teatro dei luoghi”

Giovedì 18 luglio 2024 nella Chiesa di San Francesco della Scarpa a Lecce, va in scena “Senza titolo” di Socìetas / Romeo Castellucci. Il pubblico è invitato ad entrare, all’orario stabilito, perché gli spettacoli si susseguono ogni trenta minuti. La scenografia è già meravigliosa di suo, anzi sembra quasi blasfemo assistere ad uno spettacolo all’interno di decori, affreschi e simulacri religiosi di elevato prestigio. L’oggetto di scena posto al centro della sala è una sbarra d’ottone, appesa con cavi d’acciaio che si perdono alla vista, considerata l’altezza del soffitto. La prima performer, come gli altri, giunge da sinistra, indossa una camicia gialla, pantaloncini azzurri e scarpe di tela. Lentamente si avvicina all’oggetto e vi si pone al centro, ha i capelli lunghi, sono sciolti e bagnati. Inizia un inaspettato movimento, che ripete più volte, quasi seguisse una partitura, perché il suono che procura sbattendo i capelli contro la sbarra è molto particolare e ricco di armonici. Ne sopraggiunge un’altra, è poco più che una bambina, indossa pantaloni lunghi bianchi e canotta nera, scarpe da ginnastica nere. Il suono prodotto dai suoi lunghissimi capelli è più delicato rispetto al primo. Si pone al centro della sbarra e resta sola in scena. Il movimento che riproduce è ritualizzato, sbatte i capelli come fossero fruste, lo fa più volte, poi ferma con le mani la sbarra e ne cessa il vibrare, riprende con impeto e nuovamente rallenta lasciando le ciocche appese e poi, ritirandole dolcemente. Ora ad arrivare è un giovane barbuto, si pone alla sua sinistra e dà il via alla sua danza. Jeans e maglietta grigia si alterna alla ragazzina che lo lascia solo. Il suo movimento è particolare perché ruota il corpo da un lato all’altro in maniera alternata. Ancora, un’altra donna, ha i capelli biondi e una tuta a righe multicolore. I suoi capelli non sono molto lunghi cosicché il suono provocato è piuttosto grave. Resta sola in scena e pare cerchi di trovare il suo ritmo e nel frattempo l’affianca un’altra donna, indossa un vestitino monospalla color verde e sabot beige. Il suo gesto è più violento, quasi di scatto, come se anche lei cercasse un suo peculiare gesto, lento, veloce, di volta in volta con la mano sposta i capelli. Infine, l’ultimo a prendere parte a questo rito è un uomo, camicia verde e pantalone nero; i suoi capelli, sempre bagnati, sono corti. Sfiora la sbarra, spesso prende la distanza con la mano e più volte la ferma, ripetendo il gesto e concludendolo. Alla fine dello spettacolo o rituale, che dir si voglia, le persone preposte, sollevano più volte le braccia e col palmo delle mani indicano al pubblico presente l’uscita, in silenzio, come a voler dire “prego, potete andare…”

“Senza titolo” è stata presentata per la prima volta nel 2023, realizzata su commissione per la Triennale di Milano giunta a festeggiare il centenario dalla sua istituzione avvenuta nel maggio del 1923 e all’epoca definita Biennale delle Arti Decorative. L’installazione performativa pensata da Castellucci mira, come nel suo stile, a provocare e a interrogarsi sul suo significato. Ma, come si sa, nelle opere d’arte ognuno ritrova le proprie emozioni. Perché i capelli? Perché la ripetitività? Perché quel suono? A ognuno la propria immaginazione darà le risposte più adeguate.


“Senza titolo” di Romeo Castellucci s’inserisce nella programmazione Koreja “Teatro dei Luoghi” il Festival internazionale di Teatro, Danza e Arti Performative. Lecce 15-25 luglio 2024. Con il patrocinio di Unione Europea, Regione Puglia, Puglia Promozione. POC Puglia 2014/2020 – Asse VI – Azione 6.8 Concezione e direzione Romeo Castellucci; Cura del movimento Gloria Dorlinguzzo; Elaborazione del suono Nicola Ratti. Con Caterina De Filippis, Samuele Greco, Erika Schipa, Ambra Amoruso, Francesco Bax, Sergio Raganati, Noemi Rizzo, Melissa Carlino.

[button color=”” size=”” type=”round” target=”” link=””]Romeo Castellucci, regista teatrale e scenografo; è stato direttore della Sezione Teatro della Biennale di Venezia, artiste associé al Festival di Avignone e regista ospite allo Schaubuhne di Berlino. Membro dell’Accadémie Royale de Belgique, Castellucci ha ricevuto il Leone d’Oro alla carriera alla Biennale di Venezia e una laurea honoris causa dall’Università di Bologna. Insignito del titolo di Chevalier de L’Ordre des Arts et des Lettres della Repubblica Francese. [/button]

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