Il tango argentino è di gran moda. Ovunque se ne parla, le liste di iscrizione crescono nelle palestre. Ma il perché è dovuto al fatto che siamo sempre di gusti esterofili? Quando parliamo di musica, siamo in un villaggio globale e riguardo a questo ballo è d’uopo distinguere vari tipi di tango basati sul ritmo musicale, es. tango milonga e tango vals; il primo sta a focalizzare il luogo in cui lo si pratica e il vals deriva dal valzer con tempi propri. In sostanza quasi raffigura la situazione storica migratoria dell’Argentina dell’800 che proietta un velo di tristezza avente il sapore della nostalgia.
Il messaggio che psicologicamente trasmette è un coacervo di disponibilità mentali, come l’accoglienza mista a curiosità e apertura, bandendo pensieri preconfezionati e ben venga invece la predisposizione ad abbandonarsi a emozioni intense che sviluppano condotte resilienti.
Fuori da ogni copione la produzione di questa danza elegante e passionale si struttura così: l’uomo con la sua mano destra cinge la schiena della propria ballerina, con la sinistra le tiene la mano e lei lo segue a ruota. E dunque spesso un’anomia di fondo caratterizza la presenza di regole avventizie, bensì nasce dall’improvvisazione personale e dall’interpretazione che fa del sé un sé unico favorendo un senso di socializzazione ed empatia.
Sul piano terapico è altresì utile per la crescita personale, la riabilitazione generale e il miglioramento della circolazione sanguigna. Che aspettiamo? Prego, vuol ballare con me?

Grazie al tuo articolo, cara Daniela, ho potuto apprezzare e approfondire le mie conoscenze su uno dei balli che più mi appassionano