Aspettando la primavera e ricordando Ada Negri

Con il mese di marzo ci avviamo verso la primavera e abbiamo voglia di uscire più spesso, fare delle passeggiate, respirare aria nuova e goderci il miracolo della natura attraverso bellissime scenografie. Basta stare fuori qualche ora per trovarsi davanti ad una tavolozza ricca di colori osservando lo sbocciare dei fiori che rende partecipe l’olfatto con i profumi dei fiori insieme a quelli delle erbe aromatiche e officinali. Se da un lato marzo offre un clima adatto alla semina dall’altro impone un costante monitoraggio per le improvvise variazioni metereologiche come ricordato dal proverbio “marzo pazzerello, guarda il sole e prendi l’ombrello”.

Accanto alla rinascita della natura c’è anche il germogliare che gli animi poetici definiscono il tempo che al dolce amore invita portando in sé tanti palpiti come scrive Leopardi ne Il passero solitario:

Primavera dintorno
Brilla nell’aria, e per li campi esulta,
Sì ch’a mirarla intenerisce il core.  

Naturalmente la primavera è simbolo di giovinezza, la stagione più bella della vita che, sempre il poeta di Recanati, stavolta ne Il sabato del villaggio, rivolgendosi al garzoncello scherzoso, definisce età fiorita.

Bartolomeo Guidobono (Savona, 1654 – Torino, 1709). Allegoria della primavera

Riferendoci al mondo delle emozioni, pur con i vari rinvii alla metafora, soprattutto per i giovani degli Anni ’70, come non ricordare alcune canzoni interpretate da Lucio Battisti come I giardini di marzoFiori rosa fiori di pesco o Primavera cantata da Riccardo Cocciante e altre ancora che continuano a parlare d’amore?

Ritornando all’interpretazione poetica del mese di marzo e ricorrendo i 150 anni dalla nascita della poetessa Ada Negri (Lodi, 3 febbraio 1870 – Milano 11 gennaio 1945), ecco una sua poesia dal titolo Fiorita di marzo che fa ancora riflettere.

Attiva come insegnante e poetessa, la ricordiamo per aver dato voce alla condizione sociale, morale, giuridica e culturale della donna. Autrice di diverse raccolte di poesie e di opere di narrativa, benché quasi dimenticata nel secondo dopoguerra per la sua adesione al fascismo, oggi si assiste ad una sua riscoperta come scrittrice ed intellettuale del suo tempo.

Nei versi che seguono, attraverso la metafora, Ada ci fa percepire la bellezza della giovinezza che passa velocemente come la fioritura dei “rosei peschi” o dei “gracili albicocchi”.

Fiorita di marzo

La fioritura vostra è troppo breve,
o rosei peschi, o gracili albicocchi
nudi sotto i bei petali di neve.
Troppo rapido il passo con cui tocchi
il suolo, e al tuo passar l’erba germoglia,
o Primavera, o gioia de’ miei occhi.
Mentre io contemplo, ferma sulla soglia
dell’orto, il pio miracolo dei fiori
sbocciati sulle rame senza foglia,
essi, ne’ loro tenui colori,
tremano già del vento alla carezza,
volan per l’aria densa di languori;
e se ne va così la tua bellezza,
come una nube, e come un sogno muori,
o fiorita di marzo, o Giovinezza…

Concludo con l’invito a reagire alla sofferenza e al pessimismo come lo è stato anche particolarmente per l’ultimo periodo della vita di Ada. Non si può gioire soltanto durante la “fiorita di marzo” del «pio miracolo dei fiori», ma trovare in ogni stagione della propria vita quella linfa di emozioni e sentimenti che ci permettono di raccogliere frutti in ogni stagione.

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