
Proprio a causa di questo spiacevole episodio, Donato De Giorgi, Presidente dell’Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri della Provincia di Lecce (OMCeO) ha inviato una lettera al suo omologo Marcello Antonazzo, a capo dell’Ordine delle Professioni Infermieristiche di Lecce (OPI), chiedendo con urgenza e fermezza provvedimenti che possano essere decisivi in questa drammatica situazione, proponendo l’installazione in Prefettura-Questura di un tavolo permanente di osservazione del fenomeno e avanzando la richiesta di essere affiancati da un posto fisso di Polizia presso le situazioni di maggior rischio.
Inoltre, De Giorgi ha sollevato due importanti questioni: la carenza di personale e la scarsa educazione dell’utenza che, pur avendo ragione nel merito, dà risposte sbagliate, ossia violente.

Dal canto suo, l’Ordine delle Professioni Infermieristiche Lecce ha prontamente espresso con una nota: “la massima solidarietà all’Infermiera aggredita, sia dal punto di vista tecnico, relazionale che per le sue capacità di essere una Professionista colonna portante e riferimento prezioso per l’intero team del Pronto Soccorso Gallipoli”.
Questo episodio di violenza ha portato nuovamente alla ribalta un problema già sottolineato dalla FNOPI (Federazione Nazionale degli ordini delle Professioni Infermieristiche), cioè quello della violenza sugli operatori, con annessi i rischi che essi corrono nello svolgimento della loro professione. Ora più che mai è necessario fronteggiare le situazioni gravi e pericolose con cui i lavoratori della sanità fanno i conti quotidianamente, soprattutto nella città di Gallipoli, una delle mete pugliesi più ambite dai turisti, che ogni anno subisce un forte aumento della popolazione, passando da circa 20.000 residenti a picchi di 300.000 presenze al giorno nei mesi estivi con 2 milioni di persone nell’intera stagione. In virtù di ciò,
OPI Lecce ha richiesto un intervento immediato da parte del Prefetto attraverso misure volte a riportare un clima di serenità, sicurezza e collaborazione tra i pazienti e gli operatori, che lavorano tra mille difficoltà e poca gratitudine, per garantire a tutti l’assistenza e le cure mediche di cui necessitano.