A-mare Verdi: la casa dove visse il Maestro chiude i battenti?!

Bussetto. 30 ottobre 2022.
Tra un cumulo di case sparse nelle Verdi campagne piacentine, a pochi passi da Parma, si raggiunge a piedi la casa del Maestro, la casa che fu di Giuseppe Verdi. Ultima fermata dopo un lungo viaggio. Ultimo “Giorno di Regno” forse… per Villa Sant’Agata, che chiude i battenti per sempre (?) sotto gli occhi indifferenti di un mondo che resta in silenzio!

“Questa profonda quiete mi è sempre più cara. E’ impossibile… ch’io trovi per me ove vivere con maggior libertà” scrive il Maestro, eppure la volontà di conservare memoria di questo luogo leggendario per l’Italia intera e, per la cultura musicale nel mondo, non sembri avere un felice epilogo.

Un contenzioso giudiziario che da 20 anni tiene in disaccordo i diretti discendenti di questo magico luogo di Villanova sull’Arda che, rivendicano con forza il diritto di proprietà, affinchè venga equamente suddiviso tra i legittimi fratelli. Attualmente la villa è custodita dal figlio diretto di Maria Filomena, cugina ed erede universale del Maestro, il Signor Angiolo Carrara Verdi, che abita la dimora così come Verdi l’ha concepita: negli spazi, nei semplici arredi, appartenuti ad un’epoca a tratti sbiadita, sovente dimenticata.

Si accede nelle stanze, con discrezione, con rispetto, senza disturbare. Ovunque si possono ammirare i tanti oggetti, conservati con cura meticolosa, i busti, i quadri, le lettere e le letture a cui lui si abbandonava nelle sere d’estate all’ombra degli alberi nel grande parco che circonda maestoso la casa.

Non vi è neppure il rumore dei passi qui a Villa Sant’Agata! C’è pace. Il silenzio è rotto solo dalla flebile voce della guida, una giovane donnina, piccola e minuta che nasconde dietro il sorriso una vena malinconica nelle poche e preziose parole che sceglie con cura, forse perché lei sa, che saranno le ultime e che domani… nulla più!

La musica è finita…proprio qui nel luogo dove nacque Traviata, Trovatore e i grandi capolavori del Cigno di Busseto; nell’aria sembra risuonino ancora le più belle arie d’opera che lui affidò alla grazia della sua amata Giuseppina Strepponi, fedele compagna di una vita intera; qui restano muti i suoi 2 pianoforti, si sfiorano con lo sguardo i suoi manoscritti.

“Quando sono fra me e me alle prese con le mie note, allora il cuore palpita, le lacrime piovono dagli occhi e la commozione e i piaceri sono indicibili”.

Ah! Quell’amor, quell’amor, che palpito… lo stesso palpito che abita il cuore di chi si ferma qui, a Busseto, in Piazza Verdi dove si erge, in tutta la sua magnificenza, alle spalle del suo Teatro il Monumento al Maestro fra tutti i Maestri che, seduto sembri aspettare.

Intanto cala il sipario su un’opera drammatica della nostra storia che Verdi non avrebbe voluto, si conclude con un ennesimo fallimento culturale la grande eredità musicale di un popolo.

Follia follia che amore è questo!

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