Riforma Cartabia: OK dalla Camera. Le novità nel processo penale

Via libera della Camera, con 396 SI, alla riforma della giustizia. Una votazione senza appello in favore del disegno di legge delega di riforma del processo penale, che nelle ultime settimane ha fatto esplodere le tensioni tra i vari partiti, rivelando una situazione di generale instabilità.
Si parlava di riforma Cartabia già dal mese di marzo, quando la ministra della Giustizia Marta Cartabia ha insediato una Commissione di studio per elaborare proposte di riforma relativamente al processo e al sistema sanzionatorio penale. L’attuale disegno di legge è composto da due articoli: il primo prevede una serie di deleghe al Governo, che dovranno essere esercitate entro un anno dall’entrata in vigore della legge; il secondo contiene novelle al codice penale e di procedura penale, immediatamente precettive.
La riforma è importante e urgente in virtù dei fondi europei del Recovery, poiché tra le condizioni imposte dall’Europa per ottenere i fondi vi è quella di mettere in atto alcune importanti modifiche, tra le quali una revisione  della pubblica amministrazione e una riforma giudiziaria, per l’appunto. L’obiettivo principale della riforma giudiziaria è quello di ridurre in 5 anni del 40% i tempi dei processi civili e del 25% quelli dei processi penali.

Ma in cosa consiste la riforma Cartabia? Il punto cruciale e più divisivo dell’intera riforma è la prescrizione del reato. La prescrizione fa sì che i reati si estinguano per decorso dei termini, in parole povere, dopo un tot di tempo( che varia a seconda del reato) se la giustizia non interviene, il reato si estingue. I reati più gravi, come l’omicidio, non si possono prescrivere. Come nell’ultima riforma dell’ex ministro Bonafede, entrata in vigore nel 2020, anche il testo della Cartabia prevede la prescrizione solo per la sentenza di primo grado, ma, per ridurre i tempi processuali, aggiunge l’improcedibilità( l’impossibilità di prosecuzione del processo) dopo due anni per i processi in Corte d’Appello e dopo un anno per i processi in Cassazione. Per i reati gravi, i termini possono essere allungati di 1 anno in appello e di 6 mesi in Cassazione, mentre non esiste nessun limite alla durata dei processi imprescrittibili.

Vi sono inoltre altri punti cardine della riforma. Per ciò che concerne la giustizia riparativa, si punta a sfoltire i fascicoli penali. Per i reati di scarso allarme sociale, che prevedono fino a 6 anni di reclusione, si richiederà immediatamente al giudice di impiegare l’imputato in lavori socialmente utili, sospendendo il processo e prosciogliendo la prescrizione in caso di corretto svolgimento del lavoro. Si punta inoltre sui patteggiamenti ed è previsto un ampliamento della giustizia “pecuniaria”: le condanne di 12 mesi saranno convertibili in multe.La riforma prevede inoltre pene sostitutive irrogabili dal giudice, fino a 4 anni di pena, evitando il Tribunale di sorveglianza. Inoltre, pm e imputato potranno presentare appello sia contro sentenze di condanna che di assoluzione, salvo casi con motivi specifici e si potrà ricorrere in Cassazione per dare esecuzione alle sentenze della Corte europea di Strasburgo. Ancora, per risparmiare tempo, deposito degli atti e notifiche possono avvenire per via telematica. Infine, è prevista una riforma dell’ordinamento penitenziario, impegno preso dalla ministra Cartabia dopo la visita a Santa Maria Capua Vetere, luogo del pestaggio avvenuto il 6 Aprile 2020. Ci saranno nuove assunzioni per la polizia penitenziaria e verranno costruiti 8 nuovi padiglioni con i fondi comunitari. Arriveranno infine 16500 assistenti dei magistrati e circa 5 mila nuovi addetti del personale amministrativo.

La riforma Cartabia entrerà in vigore gradualmente, per permettere agli uffici giudiziari di organizzarsi.

Nelle ultime settimane si sono espressi sulla riforma pubblici ministeri, avvocati, giuristi e la tensione era altissima tra le varie forze politiche. I punti di vista, sia a favore che contro, erano molteplici, ma apparivano in maggioranza gli scettici, che affermavano che l’improcedibilità non farà altro che ingolfare ulteriormente la macchina della giustizia e che molte vittime vedranno i colpevoli restare impuniti.

Nonostante le voci contrarie, la rissa sfiorata in Aula, il rischio di andare sotto per cinque voti e i cartelli con su scritto “Vergogna, vergogna”, c’è stato il primo sì alla riforma Cartabia. Il sipario si rialzerà a fine estate, quando il Senato comincerà a esaminare quel testo per il via libera definitivo.

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