Salento & dintorni – Un gioiello nascosto fra la folla

Vi è un angolino nascosto fra le affollatissime viuzze ‘estive’ di Otranto, dove campeggia solitaria un’antichissima Chiesa dedicata a San Pietro, ammantata di una curiosa leggenda.

La piccola basilica di San Pietro, eretta in una posizione piuttosto alta e dominante sul resto del centro storico, è un emblematico monumento dell’arte bizantina pugliese, che si colloca temporalmente tra la  fine del  IX secolo  e la prima metà del X secolo.

La pianta dell’edificio è a croce greca, divisa da tre piccole navate, che terminano in absidi semicircolari, sostenute da otto colonne; mentre, originariamente all’ingresso del tempietto si trovava il pronao, che nel periodo paleocristiano accoglieva i peccatori per farli passare allo stato di grazia.

Si tratta sicuramente della prima Basilica della Città di Otranto, nel 968 eletta metropoli, dipendendo direttamente dalla sede patriarcale di Costantinopoli; anche se qualcuno ritiene che, viste le ridotte dimensioni dell’edificio, esso fosse più che altro una cappella ad uso privato, forse di proprietà di qualche notabile cittadino. Addirittura, si pensa che il pronao fosse una piccola celletta, da cui la casa del facoltoso proprietario era collegata all’ingresso della Chiesa.

Molti degli affreschi che decoravano le pareti dell’interno sono andati perduti nel tempo per l’umidità; ma ne vediamo ancora due, realizzati nel X secolo dal un famoso pittore della zona, Teofilattola Lavanda dei Piedi, che raffigura il Cristo nimbato mentre solleva la gamba di san Pietro, e L’ultima Cena. Nell’abside centrale, invece, altri affreschi del 1540 nascondono gli originari. Gli affreschi del XIV secolo sono la  Natività di Gesù, la  Pentecoste e la Resurrezione, la Presentazione al Tempio, e altre figure di santi.

All’interno della chiesa vi una statua, realizzata nel 1635 dallo scultore leccese Cesare Penna, dedicata a San Pietro, primo Papa della storia, il quale – pare – sia arrivato prima a Leuca (nel 43 d.C.) e poi a Otranto, liberando la Città da un incendio, scaturito dai riti pagani delle focareddhre.

Se leggenda vuole che, per poter entrare in Paradiso, ogni fedele dovrebbe essere andato almeno una volta nella vita in pellegrinaggio al Santuario di Leuca; altra leggenda vuole, invece, che un solo giorno dell’anno un raggio di sole entri nella Basilichetta da una delle sue finestre.

Ma si perde la memoria di questo antico racconto e non si hanno certezze su quale sia questo particolare giorno dell’anno. Non resta, dunque, che visitare la piccola basilica e augurarsi di essere nel giorno giusto per farsi romanticamente accarezzare al suo interno da una lama di sole.

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