Lecce, D’Alema contestato, ma l’Old Style rosso resiste

Lecce – Contestato, contestatissimo a Lecce quello che fu il lìder Maximo della sinistra post-comunista. Attaccato non da gruppi dell’estrema destra, bensì da quelli che, a occhio e croce, votano un rosso depurato evidentemente dal “Dash” (attingiamo dallo spot tv): rosso che più rosso non si può.

Quelli del “No Tap”. Hanno manifestato indignazione per tutta la durata del dibattito cui ha partecipato l’ex presidente del Consiglio dei ministri e cofondatore di Articolo Uno – Mdp, Massimo D’Alema, lunedì sera nella sede dell’ARCI, primo degli appuntamenti organizzati da questa associazione per celebrare i cento anni della Rivoluzione d’ottobre.
Presenti alcuni volti noti del panorama rosso salentino, come l’ex vicepresidente della Regione Puglia, Sandro Frisullo, il consigliere regionale Ernesto Abaterusso, il coordinatore provinciale di Articolo Uno, Salvatore Piconese, e un altro ex del Partito democratico, Umberto Uccella.

Fischi, fischietti, striscione e manifesti. E soprattutto urla ed epiteti. Lo hanno tacciato di tradimento del territorio salentino. In sala si ascoltava pontificare l’illustre ospite, ma si sentiva il prepotente rumore di insulti, fischi, di voci che superavano le altre e istigavano a replicare l’esponente politico o la referente dell’ARCI che andavano là fuori cercando di dialogare. In mezzo a carabinieri e poliziotti, il cui cordone ha evitato l’ingresso in sala, più volte reclamanti, dei circa trenta manifestanti. Più che “l’onda lunga della Rivoluzione”, che è il titolo della rassegna organizzata dall’ARCI, si è vista l’onda lunga di un dissenso che probabilmente affonda le radici in altri errori commessi dall’ex presidente dei Democratici di sinistra.

Lo spettacolo di lunedì scorso è il manifesto di una sinistra pirandelliana: vi è sorto Articolo Uno, si trova fra i piedi quel nessuno di Pisapia e centomila facce prova il Pd per salvare i suoi governi indigesti anche a chi li ha sostenuti (appunto, D’Alema e compagni). Un ventre ingrassato dai rancori: quello di D’Alema verso Renzi, quello di Bersani verso molti, quello di Emiliano, che cerca di andare oltre destra e sinistra. Alla fine, paradossalmente, ha vinto l’old style della sinistra: etichetta di razzista a chi la pensa diversamente sugli immigrati e, fra gli altri spunti, l’avversione alle forze dell’ordine.

Un passo del comunicato stampa diffuso dall’associazione che ha organizzato il dibattito. «Abbiamo cercato da subito il dialogo – ha scritto Anna Caputo, presidente dell’ARCI di Lecce – chiedendo a un rappresentante del gruppo, che all’esterno aveva contestato sin dal suo arrivo Massimo D’Alema, di entrare a leggere il comunicato che avevano preparato, nel rispetto del nostro ospite e delle persone convenute per ascoltare il dibattito. Ma le forze dell’ordine ci hanno impedito di farlo perché hanno affermato che non potevano garantire la salvaguardia delle persone, e non viceversa come la commissaria della mobile ha voluto dichiarare per acuire ancora di più la polemica in corso». Conclusione: «Abbiamo capito – ha osservato Caputo – che si è cercato di dividere così ulteriormente l’opposizione alla Tap, creando in maniera provocatoria, uno scontro che non sarebbe mai dovuto nascere. Non sappiamo perché questo si sia verificato proprio in occasione del nostro evento che peraltro verteva sulla rivoluzione di ottobre e sulle ripercussioni che a livello nazionale negli anni aveva avuto anche in Italia, ma sappiamo che D’Alema è stato qui nel Salento decine di volte negli ultimi mesi e si è deciso di contestarlo solo ieri sera favorendo così chi vuole pensare al movimento No Tap come un luogo di divisione e di scontro».

Dunque, basta poco perché il centrosinistra risulti sempre diviso. e anche questo ormai è vecchio stile.

FBi

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