Ischia – Lecce: l’analisi. Futuro incerto tra gli allarmi

LerdaLecce – Il panettone è amaro in questo Natale giallorosso. Nel giorno del settimo avversario dello storico 0-4 nel derby contro il Bari del 22 settembre 2007, gli umori sono ben lontani dall’euforia che caratterizzava quei giorni fantastici del Lecce guidato da Giuseppe Papadopulo capace di asfaltare gli odiati cugini nel deserto del “San Nicola”. La realtà di questi giorni è ben lontana dalla felicità di quell’annata, la sconfitta di Ischia ha ridotto al lumicino le speranze di rimonta in classifica, con la Salernitana schizzata a +9 dopo la vittoria casalinga sul Messina, raccolta grazie al gol di Bovo.

In questi giorni antecedenti al Natale la società di piazza Mazzini sta poi decidendo sul futuro di Franco Lerda, concretamente in bilico dopo al passaggio a vuoto dello stadio “Mazzella”.

Meriti ischitani – Sarebbe totalmente sbagliato ridurre la vittoria ischitana di ieri ai due episodi che hanno portato i penalty poi realizzati da Nicola Ciotola, arrivato ad 8 gol dopo la doppietta di ieri. Gli isolani hanno conquistato la vittoria, rompendo la tradizione positiva dei giallorossi in terra campana dopo i tre successi di Aversa, Benevento e Salerno, meritandola ampiamente con una partita condotta in modo egregio sul piano dell’intensità agonistica e del gioco difensivo. Il giovane centrocampo di Agenore Maurizi ha tenuto in scacco la mediana giallorossa, riducendo l’apporto di Filipe Gomes a qualche ticchettio lontano da zone che possano permettere assist vincenti. In più, Romeo Papini e Gabriel Sacilotto sono stati costretti a girare a vuoto anche a causa della versatilità dei due estremi del quintetto difensivo: il giovane capitano Pietro Finizio, 22 anni, e l’ex Prato De Agostini, seppur poco presenti in fase di proposizione, sono state colonne importanti del vincente meccanismo gialloblù.

Attacco preoccupante – Il campanello d’allarme in casa Lecce dopo la brutta partita di ieri riguarda il reparto offensivo, inconcludente, sterile ed a tratti timido. Il rientro dal 1’ di Fabrizio Miccoli non ha dato quella scossa tanto desiderata dai tifosi: il capitano giallorosso è stato sì il più propositivo, specialmente nel primo tempo, ma dai suoi piedi non è partorita nessuna giocata spacca-partita capace di chiudere una partita che si era messa sul binario giusto dopo soli 5’ con il bel gol di Mariano Bogliacino, unico elemento che dà qualche segnale positivo al Lecce dato il suo pieno recupero. Vedere un Lecce impotente nel scavalcare la buona difesa eretta dal trio Sirignano-Impagliazzo-Empereur dopo lo svantaggio fa male, soprattutto visti gli obiettivi che dovrebbero caratterizzare la stagione giallorossa. Il virus che ha colpito le bocche da fuoco leccesi è perdurato per tutto il secondo tempo, con due timide occasioni confezionate da Della Rocca (murato da Sirignano) e Doumbia (colpo di testa velleitario) oltre alle due parate del portiere isolano Giordano. L’assenza di Davide Moscardelli non può giustificare tutto questo.

Una cambio in panca? Dal pomeriggio di ieri sono molti i nomi che stanno rimbalzando per un’eventuale successione a Franco Lerda sulla panchina del Lecce. Nel calcio, si sa, è costume italico dare il benservito all’allenatore, primo a lasciarci le penne in caso di insuccessi, ma imputare questo strano andamento del Lecce, vittorioso con le grandi e piccolissimo con le medio-piccole, sarebbe poco onesto sul piano intellettuale. Come sempre, i demeriti vanno ripartiti in quote più o meno omogenee tra le varie componenti dell’assetto. Per ripartire serve soprattutto gente pronta a lottare per i restanti 20 match (più, ahinoi, eventuali playoff) con il coltello tra i denti. Di gente intenta a svernare nel mite clima del Salento con intenti poco battaglieri per questa categoria, rispetto alle concorrenti, Lecce non ne ha bisogno. In queste ore rimbalzano molti nomi in caso di decisione di cambio al timone. La piazza sogna Serse Cosmi o Gigi De Canio, timonieri di bastimenti giallorossi abili a navigare tra le acque perennemente agitate della Serie A. Altre opzioni potrebbero essere l’ex Taranto Davide Dionigi, Stefano Calori e il salentino Roberto Rizzo. Ci sarebbe anche Beppe Papadopulo, subentrato nel 2011 proprio a Franco Lerda sulla panchina del Torino prima di “restituirgli” la panchina dopo due sconfitte in altrettanti match contro Livorno e Frosinone. Già, quel Papadopulo che firmò lo 0-4 al “San Nicola”. Pensiero stupendo. Quanto sono lontani quei giorni. 

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