Noi, gli originali

Mani

Io mi diverto anche senza quella roba!” rispose secco Damiano.

“Va bene, va bene … Continua a fare il fottuto ragazzo per bene tanto so che fra qualche giorno rimpiangerai di non averlo fatto, perché sarai solo come un cane!” rispose Salvatore con disprezzo.

Si prospettavano giorni infernali per Damiano, un ragazzino di dodici anni pieno di vita e valori.

“Ma cosa c’è di strano in me se non voglio far uso di quelle sostanze per divertirmi?” pensava Damiano tra sé e sé.

Intanto lo stato d’animo del ragazzino rischiava di precipitare, ma non temeva gli eventuali abusi di Salvatore, un bulletto denominato “Sceriffo”, quanto la possibilità che i suoi migliori amici cadessero nella trappola di quel tipo che si sentiva forte e sicuro del fatto che tutti lo seguivano e lo veneravano perché  ogni tanto regalava un po’ di erba ai suoi amici per renderli più allegri e spensierati.

Secondo Damiano nella sua scuola stavano per diventare tutti automi alle dipendenze dello Sceriffo e della sua roba e doveva assolutamente fare qualcosa per  impedire che i suoi migliori amici cadessero nella rete di Salvatore. 
Damiano era uno dei pochi che credeva fortemente nella bellezza delle chiacchiere, delle risate e dei giochi, anche buffi, tra amici. Appena vide i suoi amici, nel corridoio della scuola, li fermò. Carmine, Angelo e Sofia erano sempre insieme nei momenti liberi.

“Raga, ditemi la verità. Ditemi che non vi ha nemmeno sfiorato l’idea  di entrare a far parte del gruppo dello Sceriffo!” disse Damiano.

“Ma che ti è preso? Ti si è fuso il cervello? Se ci conosci davvero bene non ci faresti questa domanda!!” rispose subito Sofia.

“Scusate. È che ho paura di… perdervi…” rispose  con la testa bassa Damiano.

“Non devi avere paura!” continuò Sofia.

“Devi continuare ad essere forte. Il nostro leader temerario!!” disse Angelo dandogli una pacca sulla spalla.

Poi Sofia riprese la parola: “Abbiamo pensato di creare anche noi un gruppo. E siamo tutti d’accordo nel volerti come il nostro leader. Abbiamo pensato anche ad un nome per il nostro gruppo…Potremmo chiamarci “Gli originali”, perché noi siamo ancora veri e non vogliamo omologarci al gruppo vuoto e senza speranze dello Sceriffo! Ma…ti vedo perplesso. Se non ti piace l’idea o il nome del gruppo puoi dircelo…”

“No…  sono solo senza parole. È fantastico ! E per me sarebbe un onore essere il vostro capo, Solo che … sarà dura. Come faremo noi quattro da soli?”

“Dobbiamo continuare a restare uniti e dimostrare a tutti che la nostra forza è la nostra gioia di vivere insieme l’amicizia ogni giorno. Cercheremo di coinvolgere discretamente il Dirigente e gli insegnanti per supportare il gruppo. Ho pensato di creare dei volantini da distribuire al di fuori della scuola dove spiegheremo ai ragazzi i vantaggi dello stare nel nostro gruppo anche attraverso delle foto in cui mostriamo cosa facciamo per esseri allegri e spensierati in vari momenti della giornata…  Sono sicura che presto sarà lo Sceriffo ad elemosinare la nostra amicizia, perché la maggior parte dei suoi sudditi saranno attirati  dagli “Originali!” concluse Sofia piena di brio.

“Ho già in mente una frase ad effetto: liberi da tutto e tutti con Gli Originali!! Che dite?” continuò Carmine.

Dopo una settimana di preparativi e di distanza dal raggio d’azione del gruppo dello Sceriffo, tutto era pronto per iniziare la battaglia contro il nemico e, i quattro amici, con il consenso del Dirigente, cominciarono a distribuire impavidamente i loro primi volantini all’esterno dell’edificio scolastico.

Lo Sceriffo fu, naturalmente, uno degli ultimi a metter piede a scuola. Tutti i ragazzi presero il volantino, mostrando da subito la sorte che avrebbe avuto. Dalle movenze o dagli sguardi a cui veniva lasciato, Damiano poteva capire se l’avrebbero letto o cestinato.  Lo Sceriffo li guardò prima sorpreso e poi, con sguardo cattivo, prese un volantino proprio dalle mani di Damiano e lesse ad alta voce le prime righe: “Se sei stanco di annebbiarti il cervello, perchè ti obbligano ad essere quello che non sei…Sei libero! Molla tutto e entra a far parte di un nuovo gruppo dove la parola d’ordine è ridere tra…”

Salvatore non riuscì a finire di leggere. Aveva capito che volevano incastrarlo e, sconfitto dall’effetto sorpresa, apparve pallido e tremante come se avesse visto un fantasma. Riuscì solo a dire due parole senza la solita prepotenza come uno  giunto al capolinea e senza speranze di poter andare avanti: “Non finisce qui. Siete stati davvero molto sciocchi, altro che originali!”

Salvatore entrò a scuola nervosissimo e i quattro amici tirando un sospiro di sollievo si scambiarono il  cinque urlando: “Gli originali non hanno paura!”

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